Tanti paletti significano poca scelta: il compito di Pinto è ancora più arduo

Di Gabriele Chiocchio – Ne abbiamo parlato tanto e ne stiamo continuando a parlare tutti i giorni: il mercato della Roma sarà particolarmente complicato a causa dei paletti UEFA, che impongono a Tiago Pinto sia di rientrare di una trentina di milioni entro il 30 giugno (data ormai sempre più vicina), sia di non aumentare i costi della rosa. Una situazione che l’anno scorso il GM ha provato a risolvere pescando tra i giocatori svincolati, così come sta facendo quest’anno con gli arrivi di Houssem Aouar ed Evan Ndicka.

Già questo, però, espone il portoghese a ulteriori difficoltà, perché poter sondare quasi solo giocatori liberi da contratto o in lista di uscita in prestito da parte dei club riduce notevolmente il numero dei giocatori tra cui scegliere e aumenta le incognite tra i giocatori selezionabili, che siano di carattere tecnico, atletico, psicologico o altro. Praticamente tutti i calciatori arrivati nella scorsa stagione avevano un punto interrogativo: Matic l’età, Belotti il doversi essere allenato in solitudine per due mesi, Wijnaldum una stagione più scura che chiara col PSG, lo stesso Dybala i tanti acciacchi fisici che aveva avuto in passato e che ha avuto anche in giallorosso. La speranza è, ovviamente, che i due nuovi arrivi non abbiano problemi che ne limitino rendimento e soprattutto continuità, mancata in tanti altri per un motivo o per l’altro.

Ma la scarsa scelta per Tiago Pinto è anche in uscita: non aver capitalizzato buoni acquisti nelle ultime sessioni significa avere poche opzioni, quasi nessuna, di calciatori da cedere per realizzare la somma necessaria a soddisfare l’UEFA. Si parla di Roger Ibanez e l’elenco di calciatori con un valore di mercato di cui la Roma può fare a meno non è tanto più lungo del nome del brasiliano, a meno di voler toccare tasselli che andrebbero a scompaginare il nucleo centrale della squadra di Mourinho, che la proprietà ha tenuto a mantenere saldo dal primo giorno in cui si è insediata.

Insomma, la situazione non è per niente facile e sarà meglio abituarcisi il prima possibile: raggiungere un equilibrio tra il rispetto delle regole e il mantenimento (possibilmente, miglioramento) della competitività tecnica è compito arduo e la sensazione è che qualcosa dovrà essere sacrificato. Vedremo cosa.

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