Non ancora forti, solo meno incompleti

Vincere per uno a zero su calcio di rigore, come accaduto contro il Cagliari, non fa parte del dna della Roma, scrive Mimmo Ferretti su La Repubblica. È storia, non cronaca. Basti ricordare, a tal proposito, che per trovare un analogo tiro dal dischetto occorre fare un salto all’indietro addirittura fino al 25 ottobre 2017, Roma–Crotone 1-0, firma di Perotti. Molto più permeato di “romanismo”, invece, sbagliare un rigore all’ultimo minuto, come accaduto contro la Juventus, e perdere la partita dopo esser stati in vantaggio di due reti. Da un rigore all’altro, dall’errore di Pellegrini al gol dell’esordiente Sergio Oliveira, non c’è soltanto una settimana di vita ma l’essenza del calcio. Intanto, la nuova Roma di Mou sul piano del gioco è apparsa tanto simile a quella vecchia. Normale, visto che due uomini non possono cambiare una squadra nel giro di poche ore. C’è bisogno di tempo e di lavoro; c’è bisogno di seguire con costanza un filo logico. Nelle ultime settimane Mou ha perso tre elementi che non giocavano e ne ha presi due che sono diventati al volo titolari. Roma più forte, perciò? Roma meno incompleta, forse. Roma ancora alle prese con parecchi problemi, comunque. E destinata a lottare con tutta se stessa per chiudere il campionato in una posizione di classifica migliore rispetto a quella del passato torneo.

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