Friedkin: dal boom abbonamenti al rispetto della storia. 

Vivere la città e capirne battiti, umori, emozioni. Dan e Ryan Friedkin lo hanno capito subito, sapevano che per “risvegliare il gigante” non si poteva stare così lontano dalle sue orecchie. Si sono stabiliti a Roma facendo la spola in aereo privato con Houston. Contrariamente da chi li ha preceduti, scrive Francesco Balzani, hanno abbracciato il volere popolare di una città che non chiedeva altro che di essere considerata per la sua anima. Hanno capito che parlare poco spesso è meglio, hanno compreso da subito che ai romani piacciono i fatti. Così è arrivato Mourinho, così è arrivato il primo trofeo dopo anni di buio. Ma non è tutto qui. Le tappe del Giro di Roma i Friedkin le hanno percorse tutte fino ad arrivare al traguardo dei 30 mila abbonati, roba che non si vedeva dai tempi della Roma di Capello.

Il percorso è stato in salita. In primis hanno risanato per quanto possibile i conti disastrati, poi hanno fatto un altro tipo di conti. Quelli con la storia. Mosse semplici: la rivalutazione del vecchio logo, l’abbassamento dei prezzo dei biglietti, il riavvicinamento a Francesco Totti, l’eleganza di considerare chi ha amato la Roma prima di loro come Rosella Sensi. Ieri l’ennesima dimostrazione con un post pregno di rispetto in cui si certifica che la nascita di una cosa grande come la Roma non è avvenuta in un giorno. “E’ festa fino al 22 luglio”, giorno in cui la Sud omaggerà con uno spettacolo imponente il club. E in queste settimane la coppa viaggerà per i rioni di Roma. Altro colpo di classe. Il gigante s’è svegliato, riprendendo il Marchese del Grillo. Ora non bisogna farlo riaddormentare. 

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