Mourinho: “Dobbiamo lottare fino in fondo. Questa è la nostra competizione”

A poco più di 24 ore dalla sfida tra Roma e Leicester valida per la semifinale di andata di Conference League,Mourinho ha presentato il match nella consueta conferenza stampa di vigilia. Queste le sue parole:

MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA 

Conosce il calcio inglese, pensando al Leicester si pensa a Ranieri, lo ha sentito? “No, ma siamo amici. Tanti allenatori hanno vinto tanti titoli come Ferguson e Wenger o me. Lui uno e il suo è il più speciale. Qui è un mito e io che ho giocato quel campionato me lo ricordo come un momento indimenticabile. Ovviamente per Claudio, che è romano e romanista, sarà per lui una partita speciale”.

Hai perso l’ultima semifinale, hai paura per questa? “Possiamo vincere. Penso che la Roma e chi lavora nel club stiano facendo tutto per migliorare. Meritiamo la finale, ma dobbiamo battere una squadra forte con buoni giocatori e allenatore. Dobbiamo realizzare il sogno di arrivare in finale. Ammetto che nella mia lunga carriera mi sono successe tante cose, ma Levy è una persona unica”.

Le differenze calcistiche con Rodgers? “Non lo so. Siamo stati insieme al Chelsea e ci siamo divertiti tanto. Siamo amici ma il calcio ti porta in diverse direzioni. Se non siamo avversari voglio il meglio per lui. Ha fatto un percorso bello. E’ giovane e ha capacità. Gli auguro il meglio. Abbiamo concetti diversi e allenato squadre diverse, con dirigenti e giocatori diversi. Alla fine l’importante è che io ho vinto tanto e lui, con una carriera più breve, ha vinto dove doveva vincere. Ha vinto qui dove non è facile. Ha vinto finali di coppa e portato la squadra in Champions”.

Siamo in semifinale, non si può più parlare di coppa che vale poco. Che sensazioni ha? “Noi giochiamo la partita numero 13 in Conference. Abbiamo iniziato con la favorita per il campionato turco. Il Trabzonspor è stato subito un avversario difficile. In un momento difficile giochiamo contro un avversario che non è di Conference bensì di Europa League. Per andare in Europa League dalla Premier devi essere forte. Questa è la nostra competizione non la loro. Abbiamo sofferto e viaggiato tanto pagando con punti in campionato il fatto di giocare giovedì e domenica. Abbiamo due possibilità di arrivare in Europa League: dal campionato o vincendo questo torneo. Potremmo anche non arrivarci e questo mette pressione. Loro non devono preoccuparsi del campionato perché rimarranno decimi. Noi possiamo finire quinti o ottavi. E’ un momento duro ma di grande motivazione”.

C’è una favorita? “Sono tante volte che arrivo in semifinale. A questo punto penso che 4 squadre hanno tutte la stessa possibilità di arrivare in finale. 50 % per noi e per loro. Non cambio idea. La prima volta che sono andato in semifinale era il 2003 e 20 anni dopo non cambio idea. Sono due partite, però capisco ciò che dici. Nel calcio c’è lavoro ma anche potenziale economico. Col lavoro si arriva fino a un certo punto. Oltre un limite si arriva solo con i soldi. La differenza tra quinto della Serie A e un club di Premier esiste. Però noi miglioriamo. Abbiamo perso 3-1 con l’Inter ma c’è stata una differenza tremenda nel gioco rispetto al 2-0 di qualche mese fa. Al di là di vincere la Conference o arrivare quinti abbiamo fatto un buon percorso”

L’ultima Roma di coppa è stata una squadra offensiva, con Zaniolo accanto a Abraham. “Non voglio rispondere. Brenda sa come giochiamo noi e io non so come giocano loro. Con la Lazio abbiamo vinto senza Zaniolo mentre col Bodo abbiamo fatto 4-0 con Nico. Ho tutti a disposizione e questo mi da la possibilità di giocare come vogliamo noi con diverse soluzioni. Il nostro obiettivo è vincere e se perdiamo, come abbiamo perso a Bodo, vediamo che possiamo fare al ritorno. Magari il Leicester ci porta a una situazione in cui dovremo pensare solo al ritorno. Entriamo domani per un risultato positivo”.

Sulla differenza di ritmo tra Italia e Inghilterra e sull’arbitraggio “E’ la bellezza delle competizioni europee. Quando ho iniziato viaggiavo tanto per studiare gli avversari. E’ bello notare le differenze culturali. Ci sono sempre principi culturali, così come il modo di valutare la partita può avere influenza. Per me la differenza la fanno i giocatori. In Italia ci sono poche possibilità di vedere i giocatori che hanno in Inghilterra. Guardando al Leicester solo gli attaccanti sono 8: Vardy, Perez ecc hanno qualità. E non stiamo parlando delle big. Noi possiamo fare cose dal punto di vista tattico. Il Cìcalcio ti dà molte possibilità di vincere con una squadra più forte. Sarà una gara aperta”.

Cade l’anniversario alla Roma la settimana prossima. Avrebbe firmato guardandosi ora? “Certo, io ho detto che questa è la mia competizione. Magari Brendan non sente lo stesso, magari sente che lo è l’Europa League. Ad agosto eravamo a giocare un playoff, oggi siamo qui per la partita numero 13. La sento mia come competizione. Abbiamo pagato questo torneo con dei punti in campionato. La Fiorentina oggi ha perso perché ha giocato 4 partite in due settimane per la prima volta. Questo si paga con punti. Non li paga chi ha una rosa di 30 giocatori di livello. Se siamo qui dopo aver perso punti in campionato dobbiamo lottare fino alla fine”.

Sulla terza semifinale in 4 anni “Merito degli allenatori, della società e dei giocatori. Arrivare in semifinale è sempre importante. Con le nuove norme la Roma sarebbe in Champions. L’europa ci motiva. Dalla semifinale se non arrivi in semifinale significa poco”.

Cosa ne pensa di ten Hag al Manchester United? “Non è più la mia squadra. Non parlo di altri club e non posso dare consigli. Parlo solo del mio club attuale”.

MOURINHO A SKY

Lo stadio della Premier dà un’atmosfera diversa? “Piace a tutti. In Italia, a Udine e Torino per esempio lo sento. A Roma senza i tifosi incredibili che abbiamo ci sarebbe un’atmosfera fredda. Qui in Inghilterra è cultura: lo stadio, essere vicini, il freddo, il campo bellissimo. Domani vogliamo andare in finale”

E’ più allenante la Premier? “Scientificamente e obiettivamente si piò sapere. Ci sono i  dati che dimostrano tutto. Dipende, però, anche dalla cultura. Anni fa era quasi un’esigenza del pubblico avere un gioco più diretto e concreto. Festeggiare un corner con un gol. Si è trasformato tutto, ma quello che non è cambiato è la passione della gente. Oggi Leicester sembra vuota, ma domani sarà fantastica”.

Cosa si aspetta? “Sicuro ci verrà ad aggredire. Hanno qualità e sanno che noi abbiamo potenziale. Loro hanno una base offensiva e cerceherà di avere controllo”.

La Roma è cresciuta, la percepisce la crescita? “Non mi sembra che contro l’Inter abbiamo perso fiducia e non ci fidiamo del nostro percorso. Abbiamo perso come le volte precedenti ma il sentimento è diverso. Il modo in cui abbiamo giocato, come abbiamo controllato. La squadra è cresciuta ma sono i numeri che decidono l’opinione pubblica. Però noi sentiamo di essere molto più squadra di prima, anche i giocatori sono più preparati. Sono contento del lavoro fatto”.

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