Nel centro del mirino

Nell’occhio del ciclone c’è sempre lui: José Mourinho. Dopo l’ennesimo exploit contro gli arbitri è arrivata la stangata del Giudice Sportivo che ha squalificato il tecnico portoghese per due giornate. Stessa sorte toccata a Nuno Santos, mentre il GM Tiago Pinto, per aver inveito contro Pairetto nel tunnel che porta agli spogliatoi, è stato squalificato fino al prossimo 8 marzo. Quello contro l’Hellas Verona è l’ultimo episodio di una sorta di battaglia tra il tecnico portoghese e la classe arbitrale. A scatenare la furia di Mourinho sono stati i 4 minuti concessi da Pairetto, giudicati pochi, in un momento del match dove l’inerzia era in favore della Roma. Una reazione eccessiva che però può essere spiegata. In primo luogo, come già detto, c’è questa sorta di convinzione di essere bersaglio di arbitraggi contro ad hoc e il veder reiterata la vicenda, ovviamente, fa sì che le reazioni siano maggiori. In secondo luogo c’è il fatto che tutta la pressione della stagione romanista è sulle spalle di Mourinho. Alla fine, fondamentalmente, è lui che si sta, in un certo senso, giocando molto. Ovvio che la sua carriera l’ha fatta e passerà alla storia del calcio come uno degli allenatori più grandi, però, come si dice, più in alto arrivi e più c’è il rischio di farsi male quando si cade. Dimostrare di essere ancora Special si sta rivelando complicato. 

Mou ha ereditato una Roma settima in classifica (ma anche semifinalista di Europa League) in un momento complicato per il club. Per i Friedkin e la piazza, Mourinho rappresentava una sorta di garanzia di riscatto; per il portoghese, la Roma era una nuova scommessa dopo la parentesi non brillante al Tottenham. Senza rifare la cronistoria di quanto sia successo finora, arrivati a fine febbraio il bilancio del tecnico è deludente tra risultati, gioco e prospettive stagionali. Nonostante ciò Mourinho è ancora ampiamente in sella alla squadra. Un qualcosa che solo lui, per il suo passato glorioso, poteva avere. Basti ricordare come la piazza romana si sia mangiata allenatori per molto meno. Il precedente tecnico, Fonseca, passato alla storia per essere un “signore”, è stato ampiamente criticato in conferenza stampa, fino al punto di richiedere un assistente tattico per affrontare al meglio la Serie A (ma la sua Roma viaggiava a +9 rispetto a quella attuale dopo 26 giornate). 

Molto gioca il lato “paraculo” del tecnico che sta sfruttando l’aspetto del “contro tutto e tutti” che spesso è condiviso dai tifosi. Oppure si sta sottolineando come i giovani vengano lanciati da Mou. Anche se, andando a vedere bene nel dettaglio, vengono buttati nella mischia più per necessità, eccezion fatta per Felix, che per meriti sportivi. Basti pensare che uno degli eroi del match col Verona, Bove, 7 presenze in A, abbia giocato appena 44′ (quattro presenze da 1′, una da 3′). 

Se è vero che Roma non è stata fatta in un giorno, è pure vero che, sinceramente, quasi nessuno si sarebbe aspettato una stagione del genere o di vedere una squadra così in alto mare, con Mourinho allenatore, a fine febbraio. 

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