Con Mou fino all’inferno

“Con Mourinho fino all’inferno recitava uno striscione affisso fuori da Trigoria qualche settimana fa. Un messaggio quasi fideistico da parte di una tifoseria smarrita, che non sa più a quale santo votarsi.

Mou viene visto ancora oggi come un’ancora di salvezza alla quale aggrapparsi per sperare in un futuro migliore. Perchè il nostro campionato, ancora una volta, è finito a gennaio e siamo di nuovo costretti a fare i conti con una classifica misera. E ad attaccarci disperatamente alle coppe per provare a dare un senso a questa stagione.

In tutto questo grigiore c’è solo un raggio di sole rimasto a scaldarci, e si chiama Josè Mourinho. E se lui ci dice che il problema di questa Roma è fondamentalmente dovuto da una rosa da settimo posto, noi dobbiamo fidarci. Anche perchè, considerati i risultati degli ultimi anni, diventa difficile non credergli: questa squadra, salvo 3-4 elementi, ha dimostrato di essere formata da giocatori con degli evidenti limiti sia tecnici che caratteriali. 

L’unico punto fermo di questa Roma è il suo allenatore: Mourinho è intoccabile. A lui ci dobbiamo affidare ciecamente. E non perchè lo Special One sia esente da colpe, nessuno lo è, ma perchè è soprattutto vittima di una situazione che si trascina da anni. Così come lo sono i Friedkin, che hanno ereditato una Roma in condizioni quasi drammatiche e ai quali era difficile chiedere di più di quanto hanno fatto in questi mesi.

Che poi Mourinho avrebbe potuto fare di più con questa rosa, su questo si può essere d’accordo. Ma lui non è venuto qui per provare a cavare il sangue dalle rape. Mou non è questo genere di allenatore. A lui è stato affidato un compito diverso: ricostruire la Roma dalle fondamenta nel giro di tre anni. Un lavoro per certi versi invisibile, che non si ferma solo sul campo, ma che ha radici più profonde all’interno di Trigoria.

A lui spetterà poi il compito di capire quali giocatori meritano di far parte di questo progetto e quali no. Sarà lo Special One a indirizzare poi i prossimi mercati, che saranno decisivi nella costruzione di una squadra in grado di tornare a competere ad alti livelli. 

Mettere in discussione questo allenatore dopo appena sei mesi dall’inizio di un progetto complesso quanto ambizioso sarebbe una follia autolesionistica. Non c’è altra strada da poter percorrere: si va avanti compatti con Mourinho. Oggi più di ieri, anche a costo di passare per l’inferno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *