Mourinho e la comunicazione, ecco perché ha cambiato rotta

La società,scrive Massimo Limiti, intesa come proprietà e Pinto, gli aveva consigliato, in tempi più o meno recenti, di non andare allo scontro con tutto e tutti, soprattutto con gli arbitri, per quanto condividesse la sua linea. Ma José Mourinho è abituato a fare da sé e ha scelto di cambiare rotta rispetto alle prime settimane romaniste. All’inizio, infatti, consigliato anche da chi lo aiutava a Londra nella comunicazione, Mou ha scelto di mantenere un profilo basso, ha parlato di tempo e pazienza, ha detto che gli mancavano i giornalisti italiani perché con loro poteva parlare di tattica mentre quelli inglesi cercavano la polemica a tutti i costi. Tempo due mesi e ha cambiato strategia, tornando a quella che era solito utilizzare ai tempi dell’Inter. Situazioni viste e riviste, decine e decine di volte, ma che hanno sempre portato successi e titoli, ecco perché Mou ha scelto di andare sull’usato sicuro.

Mourinho ha capito che i tifosi sono dalla sua parte, la piazza è già bella che incendiata e quindi ha cambiato rotta. Ha iniziato ad attaccare arbitri, stampa, procuratori e a non fare sconti ai giocatori, tranne quei pochi per lui intoccabili. Anche qui, non ha seguito i consigli di nessuno, ed è andato dritto. Su Instagram nessuno mette bocca (neppure l’agenzia del suo agente, Jorge Mendes), Mourinho pubblica e scrive in prima persona le didascalie, al massimo ne parla con i figli e accetta suggerimenti solo per i post sponsorizzati. Prima della conferenza non dice a nessuno quali saranno le sue risposte e gli basta sapere di avere la squadra, o almeno quei giocatori che lui ritiene degni di farne parte, dalla sua. Il rumore dei nemici, quindi, è tornato. In attesa che arrivino i giocatori, per José è sicuramente il suo mondo ideale.

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