Evviva, la Roma è viva.

La Roma è viva e lotta insieme a Mou, esce dall’Olimpico con un bel pareggio fermando così la corsa del Napoli (8 vittorie consecutive e adesso un pareggio, capolista a 25 punti, 9 più dei giallorossi) e restando salda al quarto posto. È finita 0-0, ma poteva finire con la vittoria di una o dell’altra squadra e non sarebbe cambiato niente: perché tutte e due hanno cercato la vittoria fino alla fine, e gli allenatori pure, con i loro cambi offensivi: che poi ne possa fare di più Spalletti di Mourinho è cosa nota e sarà sottolineata di nuovo anche in sala stampa. Di occasioni ce ne sono state (poche) da una parte e dall’altra, le migliori nel primo tempo ad Abraham (piattone largo in conclusione solitaria davanti a Ospina) e nel secondo tempo a Osihmen (carambola sul palo) e a Mancini (colpo di testa su punizione uscito di un soffio). È stata comunque una bellissima sfida a scacchi, tra due tecnici l’uno rispettoso dell’altro, e due squadre la cui differenza tecnica nel confronto diretto è apparsa minima e di certo assai più sfumata di quanto non dicano i nove punti indicati dalla classifica. Rispetto alla disfatta norvegese Mourinho ha dato un’altra risposta piuttosto significativa, bocciando clamorosamente cinque giocatori, ritenuti inadatti persino per la panchina di una gara come questa: Diawara, Villar, Borja Mayoral, Kumbulla e Reynolds. Dentro un mazzo di giovani speranze, con Tripi, Bove, Darboe, Zalewski anche gli inediti di Felix (2003) e Missori (2004). E deve aver tremato Mou quando Mancini nell’occasione di Osihmen ha sbattuto la testa contro il palo: se fosse andato ko sarebbe dovuto entrare Tripi. Chiaro il segnale, e da oggi il futuro dei bocciati appare assai nebuloso.

In campo le formazioni tipo, con il 433 di Spalletti (che non si è messo a specchio con il 4231 per dedicare una certa attenzione difensiva a Pellegrini, seguito in prima battuta da Fabian Ruiz) e i due mediani Zielinski e Anguissa a uomo sui dirimpettai Cristante e Veretout, con Insigne e Politano esterni di un reparto d’attacco puntato tutto su Osimhen, nove gol in stagione alla vigilia di questa sfida. 4231 con l’undici di gala per Mourinho che non ha cambiato i suoi concetti tattici, ma le pressioni offensive rispetto alla Norvegia sì, dedicando stavolta alla copertura tattica sul regista l’attenzione del trequartista (mentre a Bodø aveva mandato Villar sull’altro centrale, restando costantemente in inferiorià numerica in mezzo). Questo ha portato la Roma a volte ad abbassarsi un po’ lasciando il palleggio quasi libero ai centrali partenopei, ma la difesa è rimasta compatta e brillante anche difendendo nella propria metà campo. Stessa cosa ha fatto il Napoli, a conferma del rispetto reciproco.
Già dopo due minuti Pellegrini aveva trovato il varco giusto per Abraham, ma nella foga di correre verso la porta l’inglese si è perso il pallone per strada e l’occasione è sfumata. Per correre dietro a un centrocampista avversario dopo aver perso un brutto pallone nei primi minuti, Tammy ha sentito il riacutizzarsi di un dolore alla caviglia che a un certo punto sembrava mettere in discussione il resto della sua partita, ma ha stretto i denti ed è arrivato a completare quasi tutta la gara, con Shomurodov dentro solo all’86°. Al 7° una buona combinazione esterna tra Cristante e Karsdorp ha consentito alla Roma di trovare uno sviluppo promettente su Pellegrini, ma il suo sinistro dopo un controllo dal limite è stato deviato dalla punta protesa del piede di Koulibaly, difensore impressionante: sul corner Zaniolo dal secondo palo si è trovato sulla testa la palla giusta per segnare, ma ha deviato fuori. Al 13° il Napoli ha provato a sfruttare una vecchia furbata di Spalletti, toccando il pallone sul corner (Zielinski) e lasciando poi la palla lì in attesa di un compagno (Insigne) libero di partire dritto verso l’area: ma Massa ha fischiato la ripetizione perché la palla non avea compiuto il giro utile a farla considerare in gioco. Mourinho è stato ammonito al 19° per proteste su un fallo di Viña su Politano, a suo dire inesistente, ma il replay ha evidenziato il tocco del romanista. Al 27°, con Abraham dolorante e Mourinho a sollecitare Shomurodov a completare il riscaldamento, Cristante ha rubato un pallone a Fabian Ruiz e ha servito in verticale proprio l’inglese che ha resistito al rientro di Rrhamani e tenuto Koulibaly lontano, ma poi solo davanti a Ospina ha calciato incredibilmente fuori di piatto quando il gol sembrava fatto. Rimasto a terra per la delusione e per il dolore evidentemente tornato a manifestarsi, Tammy è rimasto a farsi curare tre minuti e poi è tornato in campo, dalla bolgia non si è accorto però che l’arbitro non aveva accordato il permesso ed è stato ammonito, con Mourinho inferocito verso i suoi collaboratori che lo hanno fatto rientrare prima del tempo. Prina dell’intervallo Osimhen ha avuto un paio di palloni in fuorigioco che hanno fatto temere i quasi 50000 romanisti per via della regola che ritarda a volte fin troppo la segnalazione in presenza di posizioni irregolari piuttosto evidenti. In una di queste, Mancini ha poi soverchiato di testa l’avversario e cadendo a terra Osihmen lo ha scalciato, ma Massa non ha ritenuto violenta la reazione, né degna di cartellino giallo.

All’inizio del secondo tempo il Napoli ha preso in mano la gestione del centrocampo e la Roma ha pericolosamente dato l’impressione di volersi abbassare a difendere il risultato. Ma si è scossa dopo aver rischiato di capitolare: è accaduto al 15°, con una bella intuizione centrale per Politano che ha servito basso in mezzo Osihmen braccato da due romanisti, Mancini e Ibañez, sempre attentissimi nel corso della serata. Come dentro a un flipper, la palla ha sbattuto tre volte sui sei piedi ed è terminata sul palo, poi sul rimbalzo Mario Rui ha provato a rimandarla dentro, ma Karsdorp ha deviato in scivolata la conclusione. Roma salva, ma timori per l’incolumità di Mancini: nella carambola il difensore ha sbattuto violentemente contro il palo e per un po’ è sembrato groggy come un pugile colpito duro, ma poi si è rialzato e non ha abbassato di un centimetro lo standard della sua prestazione. Ma poi è cambiata l’inerzia della gara, mentre il Napoli è stato pericoloso solo con Osihmen su calcio d’angolo (parte alta della traversa, con Rui Patricio in controllo). Al 21° Karsdorp si è inventato un assist dolcissimo alzando la palla sopra la testa di Koulibaly per Pellegrini che in volo ha provato a deviare in porta, mandando però la palla alta. Poi è entrato El Shaarawy per uno spento Mkhitaryan e dopo un doppio contrasto vinto da Cristante l’Olimpico finalmente pieno di gente ha ruggito come la sera di Roma-Barcellona. Spalletti ha messo Elmas e Lozano per Zielinski e Politano (poi andrà dentro anche Mertens per Insigne) e la Roma ha sfiorato il vantaggio con una calibratissima punizione di Pellegrini deviata da Mancini fuori di poco. Poi un intervento di Abraham su Ospina ha costretto i sanitari del Napoli ad intervenire di nuovo sul portiere colombiano: nella pausa la Curva Sud ha dedicato un lungo coro offensivo a Spalletti che ha risposto tenendo alto il braccio verso il settore. E si è andati avanti così con attacchi sfumati di poco e gli allenatori a fibrillare in panchina: per la seconda protesta Mourinho è stato espulso e la stessa sorte toccherà a Spalletti a gara finita: ma il suo “bravo” all’arbitro era sincero, e Massa l’ha capito male. Permaloso, gli arbitri italiani lo sono quasi tutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *