Segreti, passioni e manie a confronto. Allegri e Mourinho gli ultimi pragmatici

Mourinho e Allegri già si profilano sul rettilineo dello Stadium e chissà se domenica qualcuno vincerà di corto muso o se uno metterà il muso all’altro come non raramente in passato. “Ripete sempre le stesse cose, dietro quell’arroganza si nasconde l’insicurezza” disse un giorno Max a Le Iene parlando di Mou. Il quale si mise la famosa mano all’orecchio dopo aver battuto il rivale a Torino, in Champions, con il Manchester United.

Passano per difensivisti, sono più che altro pragmatici. Come ricorda Maurizio Crosetti su La Repubblica, non amano l’integralismo tattico, e se forse Allegri è diventato più cinico, Mourinho sembra ammorbidito dal tempo. Quando a Mou ricordano quei pullman parcheggiati davanti alla porta, lui risponde con le statistiche dei gol fatti: quasi sempre più degli altri. Quando a Max chiedono lo spettacolo, lui risponde che per divertirsi è meglio andare al circo e che i secondi arrivati non li ricorda nessuno.

Mou cerca a Roma una seconda giovinezza o forse una terza, Max cerca a Torino il tempo perduto. Uno è distaccato in apparenza, l’altro emotivo nella sostanza. Il loro linguaggio del corpo si è fatto iconico. Il portoghese è in vantaggio su Allegri con 4 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. Sembrano così diversi, ma sono così simili, anche nel gioco. Entrambi chiamati a ridestare con un bacio le belle addormentate Roma e Juventus.

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