Mou, ecco la nemica ritrovata

Chissà, forse con l’effetto Mourinho, qualcosa cambierà, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Perché lui – e sono i pensieri dei suoi giocatori – ti porta a pensare che tutto sia possibile, che l’ostacolo sia pura teoria. Servirà questo livello di immaginazione per superare certi complessi, che inevitabilmente nel tempo arrivano, si siedono e non vogliono andarsene. La Roma ha il complesso dello Stadium – da lì ha portato a casa numerose delusioni – ma ora ha anche Mou. Solo sconfitte, tranne in un’occasione, lo scorso anno, in piena estate post lockdown: exploit contro una Juve già scudettata e contro una formazione ai limiti dello sperimentale. Un successo che fa statistica, ma che di sostanza non ne ha. Lo Stadium è terra maledetta per la Roma, con Mou si ricomincia. Sperando. Lo scorso anno Fonseca si era detto soddisfatto dopo la sconfitta (2-0) e questo ha fatto infuriare tanta gente. Ecco, Mou ha il compito di cambiare questa mentalità rinunciataria. Ci vuole tempo, sì. La sua energia, la rivalità nei confronti dei bianconeri, in teoria, può aiutare. Rivalità riconosciuta, provata e testata. Basti ricordare il trattamento che lo stadio della Juventus gli ha riservato quando, con il Manchester United (7 novembre 2018, Champions League, fase a gironi), è andato a giocare a Torino. Novanta minuti di fischi e insulti: la serata è finita con il successo del Red Devils e con lo Special a mostrare le orecchie a tutto il mondo juventino, presente e non allo stadio. «Sono stato insultato per novanta minuti, ho fatto quel gesto, a freddo non lo rifarei, ma la gente ha insultato non solo me come interista, ma soprattutto la mia famiglia», le sue dichiarazioni a fine partita dopo aver evitato Chiellini e Bonucci che, al fischi, erano andati da lui a chiedere spiegazioni. Una rivalità, questa, giustificata dal suo passato interista, anche se la squadra bianconera non era la sua rivale scudetto. Mou torna a Torino e il trattamento sarà lo stesso, anche se non sarà sulla panchina dell’Inter. Ma sappiamo bene quanto per i bianconeri, anche la Roma sia avversaria non certo amata (e viceversa). Quindi c’è tutto per rendere un po’ salata la sfida di domenica sera. La Roma si sente pronta, e Mourinho in questo sta giocando la sua parte motivazionale. La consapevolezza dei giallorossi aumenta con lo Special al comando. Basta essere vittima sacrificale a Torino, basta anche lasciare per strada punti contro le big, la Roma lo scorso anno è quella che ne ha fatti meno, solo sette. Mourinho e la sua carica possono consentire alla squadra di invertire la rotta, un po’ come è accaduto al primo Spalletti anni fa, quando aveva portato la Roma a primeggiare a San Siro, che era sempre stato stadio tabù fino al suo arrivo. Insomma, si può. Mourinho è alla ottava sfida contro i bianconeri: fino a ora sette partite giocate, cinque da interista (tre vittorie, un pareggio e una sconfitta), due da tecnico del Manchester United (una volta ha perso e una ha vinto). Un percorso cominciato nel 2008 e finito nel 2018.

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