Mourinho punta sulla voglia di riscatto dei giocatori

Il calciomercato è terminato e la lunga lista degli esuberi è stata parzialmente sfoltita. Fazio, Nzonzi e Santon sono i tre tenori che il gm Tiago Pinto – per l’opporsi dei diretti interessati – non è riuscito a piazzare, ci sono tuttavia altri giocatori che per scelta tecnica sono stati messi sul mercato in questa finestra, ma che alla fine sono rimasti in rosa a disposizione di Mou e ora hanno la possibilità di riscattarsi e far ricredere lo Special One.

Difesa: Reynolds e Calafiori, Ibanez può essere l’esempio. Santon spera nel reintegro

Un 2001 e un 2002: dalla loro hanno età, un fattore che può e deve essere decisivo per la crescita e la fame di “riscatto”. Reynolds, approdato in giallorosso lo scorso gennaio, sia con Fonseca che con Mourinho non ha mai convinto del tutto. L’aspetto che deve assolutamente migliorare è la fase difensiva: spesso infatti è stato ripreso dal portoghese per la scarsa attenzione in fase di non possesso della squadra, situazione alla quale Mourinho invece dà un’importanza cruciale. Le potenzialità di Calafiori le abbiamo intraviste in queste stagioni tra Primavera e prima squadra (il gol contro lo Young Boys in Europa League), ciò che però ha sempre frenato il terzino sinistro sono stati gli innumerevoli infortuni che lo hanno costretto più volte a rimanere ai box. Mourinho su di lui punta e come, già prima di essere l’allenatore della Roma infatti lo ha studiato bene in video. Più ai margini Santon che spera in un reintegro come possibile jolly sulle fasce, anche se la Roma sta provando a piazzarlo in Turchia dove il mercato è ancora aperto. L’esempio che si può far cambiare idea allo Special One ce l’hanno in casa, anzi, in reparto: basti vedere Ibanez, nelle seconde linee all’arrivo di Mourinho e che ora sta sfruttando al meglio l’infortunio di Smalling, risultando tra i migliori in queste prime partite.

Villar-Diawara: meno tocchi e più in verticale

Una caratteristica della nuova Roma di Mourinho è la costante ricerca del passaggio in verticale. Chi gioca in mezzo al campo deve tenere il meno possibile il pallone, cercando subito una soluzione che possa bucare la difesa avversaria e andando a sfruttare quegli spazi lasciati liberi con incursioni letali (vedere i gol di Veretout). Giocate che infatti sono nelle corde del francese e di Cristante, meno in quelle di Diawara e Villar. Questi ultimi infatti tendono a mantenere troppo il pallone tra i piedi, rallentando la manovra e perdendo tempi di gioco. Sia chiaro, la qualità non si discute, ma in quella zona del campo Mourinho è stato chiaro: serve rapidità, una caratteristica che Amadou e Gonzalo devono ancora affinare.

Mayoral: Mourinho lo aspetta, ma vuole più gioco

Diciassette gol nella scorsa stagione e ora al terzo posto nelle gerarchie d’attacco. Borja Mayoral è finito dietro i due nuovi arrivi Abraham e Shomurodov, considerati da Mourinho più adatti in questa Roma. Il motivo? Non solo profondità: chi gioca davanti infatti deve essere il vero e proprio punto di riferimento della squadra, abbassandosi ed essendo capace di mantenere il pallone in situazione in cui lo richiedono. La partita contro la Salernitana ne è l’esempio: dopo un quarto d’ora circa il tecnico in panchina ha rimproverato Abraham perché troppo lontano dalla manovra, richiamandolo a giocare più basso per farsi dare il pallone. Gli assist sfornati dall’inglese e dall’uzbeko in queste partite spiegano alla perfezione come Mourinho vuole che sia interpretato quel ruolo. “Sei forte” ha detto poco prima dell’ingresso in campo a Mayoral, sintomo di quanto il portoghese creda nell’ex Real Madrid.

Matteo Lagrasta

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