Lo spreco e la beffa

Paulo Fonseca la definiva “mancanza di efficacia”. Mourinho parla spesso di “poco pragmatismo”. Chiamatelo come volete: il calcio cambia gli interpreti ma mai le sue regole non scritte, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. E ce n’è una che continua a materializzarsi di anno in anno: chi sbaglia, paga. E accaduto anche ieri, al termine di una partita che la Roma, con i suoi limiti di gioco e con il solito ritmo compassato, avrebbe comunque meritato di fare sua. L’indimenticato Rino Tommasi nel suo personalissimo cartellino avrebbe contato 4 palle gol a zero per i giallorossi. Che sprecano l’inverosimile sotto porta e alla fine pagano all’88’ l’incertezza di Matic nel chiudere su Capaldo, ben imbeccato da un cross di Pavlovic. Finisce così 1-0, nulla di irreparabile in vista del ritorno tra una settimana all’Olimpico a patto che l’infortunio di Dybala (rimasto negli spogliatoi alla fine del primo tempo dopo aver avvertito una leggera ‘pizzicata’ al flessore si-nistro: la speranza è che si sia fermato in tempo) non permetta a Paulo di essere presente. Anche ieri, in una partita dove l’argentino non si è mai visto, c’è stata la conferma di quello che anche il più miope dei tifosi ormai ha capito: c’è una Roma con la Joya e una senza. Quella senza, aspettando che Pellegrini aumenti di giri e Abraham torni ad essere più cinico sotto porta, deve affidarsi quasi sempre alle giocate da palla da fermo. E se per una sera la carta gira, sono dolori.

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