Mourinho, il futurista spinto dall’eterno desiderio “di vincere sempre”

Il più moderno forse no, ma futurista di sicuro. José Mourinho compie oggi 60 anni e per i giovani a 60 anni sei un vecchio. I giovani della Roma – Bove, Tahirovic, Zalewski e Volpato – ieri hanno visto la partita della Primavera giallorossa insieme allo Special One e di sicuro non lo pensano. E se lo pensano, non lo direbbero mai. Mou, scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Seraè l’allenatore che ha portato 60.000 spettatori a vedere Roma-Genoa, ottavo di finale di Coppa Italia, con diretta tv in chiaro. È un risultato che vale come un trofeo, ma anche questo non va detto a Mou, per il quale «un vincente non è solo chi vince ma chi ha sempre il desiderio di vincere». Tanto che a 59 anni si é tolto uno sfizio da teenager, cioé il tatuaggio delle tre Coppe europee nel suo palmarés: Champions League (Porto 2004 e Inter 2010), Europa League (Manchester United 2017) e Conference League (Roma 2022). Essendo la prima edizione della Conference è lapalissiano che nessun altro possa portare in spiaggia quel bicipite.

Mou è un futurista perché ha il mito della velocità: in gol con tre passaggi è la sua emozione. Perché ama la rissa, in Galleria e non solo. Perché forse un giorno tornerà a Setubal e andrà in pensione, ma dentro le metropoli si trova nel suo habitat naturale.

Mourinho è legato alla Roma da un contratto fino al 2024. Come (quasi) tutti gli allenatori vorrebbe campioni e non giovani da far crescere. Chi vivrà, vedrà. Intanto ha tirato una stangata a Zaniolo, che pure ha sempre difeso dalle critiche anche se giocava male: «Quando un calciatore vuole andare via, di solito il suo desiderio è accompagnato da un’offerta importante. Invece adesso non c’è niente». Bravo, insomma. Ma meno bravo di quello che crede.

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