La Roma si gode Dybala: sono suoi i gol più pesanti in Serie A

Non gliene importa nulla. Nemmeno se qualcuno, magari anche dentro Trigoria, può sentirsi tirato in ballo. Quando parla di Dybala, Mourinho ritrova il sorriso, il buon umore, la voglia di parlare di calcio. Così nessuno si stupisca se l’ultimo aneddoto tirato fuori su Paulo recita che «con lui la palla resta sempre rotonda, con altri è quadrata». Difficile dargli torto. Sedici presenze stagionali e 10 gol, di cui 7 in campionato in appena 12 apparizioni. C’è chi in Serie A segna di più ma nella corsa alla Champions nessuno incide come la Joya. Dybala, scrive Il Messaggeroè l’attaccante che pesa maggiormente nell’economia delle 5 contendenti per un posto al sole. Paulo ha segnato, infatti, il 30,4% delle reti della Roma (23). Un numero incredibile che in A è dietro soltanto a Osimhen (31,4% in virtù dei 14 centri sui 44 complessivi degli azzurri) che con il Napoli per ora fa un campionato a parte. Nella corsa alla Champions, invece, tutti sono dietro a Dybala. A partire dal tandem nerazzurro Lautaro-Dzeko. Nove gol per l’argentino, sette per Edin che partecipano rispettivamente per il 23,6% e 18,4% alle reti (38) della squadra di Inzaghi. Stessa musica per il duo Immobile-Zaccagni che viaggiano entrambi a 7 gol, contribuendo per il 22,5% ciascuno alle 31 reti della banda Sarri. Inseguono anche Leao (8 gol su 35, l’equivalente del 22,8% del Milan), Vlahovic (6 su 27, ossia il 22%) e Lookman, il volto nuovo dell’Atalanta di Gasperini, l’unico con il suo 26,4% (9 su 34) ad avvicinarsi a Paulo.

Che in questa trasformazione da uomo-assist a bomber si porta dietro anche un’altra peculiarità. Quando trova il gol, non segna quasi mai reti banali. Del tipo: il 3-0 di una partita senza storia. Dybala, tolti i 2-0 siglati a Fiorentina e Monza, ha sempre fatto centro sbloccando le partite, recuperandole o segnando il gol decisivo. È accaduto proprio con i viola e i lombardi ma anche con l’Empoli, senza contare le coppe dove ha siglato l’1-0 sia nel match con l’Hjk che con il Betis all’Olimpico (poi perso) per poi garantire il passaggio del turno in Coppa Italia con la rete al Genoa. A Milano, contro l’Inter, ha segnato invece il gol del pareggio poi bissato nella ripresa da Smalling mentre con il Lecce ha trasformato il rigore del 2-1 che lo ha costretto, suo malgrado, a rincorrere il mondiale in Qatar poi vinto trionfalmente. Come la giri o la rigiri, ad oggi non c’è Roma senza Dybala. Ce n’è una invece senza Zaniolo. Curiosità vuole che il 70% dei gol segnati dai giallorossi (16 su 23) siano arrivati con Nicolò assente.

L’intesa tra la Joya e Abraham cresce. Ben 5 le reti costruite e realizzate in tandem (sempre senza Zaniolo), che hanno regalato 10 punti ai giallorossi. Contro la Juve (assist in semirovesciata) e l’Empoli è toccato a Paulo servire l’ex Chelsea che ha poi restituito il favore con il Monza e due volte domenica. Un 2023 nel quale Tammy dà finalmente segnali di risveglio: nelle tre gare di campionato sin qui disputate è sempre stato decisivo: con il Bologna salvando sulla linea al 94′, a Milano pareggiando in pieno recupero e contro la Fiorentina con i due assist. Dybala, invece, è fondamentale da inizio stagione. Tra tutti i numeri ce n’è uno che deve far riflettere: quando è partito titolare in campionato, la Roma ha vinto 8 volte, pareggiato 2 (in trasferta contro la Juve e il Milan) e perso a Udine. Tradotto: 26 punti in 11 gare, media 2,3 che moltiplicata per 18 partite regalerebbe alla Roma 42 punti e secondo posto in solitaria. Quel secondo posto che comunque ora dista soltanto 4 punti.

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