Zalewski sempre più padrone della scena: è molto più di un’alternativa

Il testimonial dell’ultima era è Nicola Zalewski. Un anno fa Tiago Pinto Mourinho lo strapparono letteralmente alla gestione di Alberto De Rossi con la sua Primavera. Per programmare a stretto giro il decollo tra i grandi, scrive il Corriere dello Sport.

Quello di costruirsi i calciatori in casa è un destino che nella storia giallorossa hanno scritto da capitani romani e romanisti Di BartolomeiGianniniTottiDe Rossi, e che talvolta si è trasformato in una sorta di “obbligo” per la Roma, spesso criticata per avere ceduto qualche giovane o non averci creduto subito. Ricordiamo l’estate 2015 in cui a fronte di un mercato con SzczesnySalahRüdiger Dzeko il problema per la piazza era aver ceduto Romagnoli Bertolacci (45 milioni la cifra totale per un ventenne di belle speranze e un ventiquattrenne reduce da esperienze con Lecce e Genoa).

O le critiche per Florenzi in comproprietà al Crotone (ricomprato per metà nel 2012) o Lorenzo Pellegrini, l’attuale capitano, riacquistato dal Sassuolo con la recompra nel 2017. Forse, il segreto è stato ed è ancora questo: la Roma ha prodotto e produce talmente tanti giovani da poter scegliere che destino assegnare a ciascuno di loro e l’esperienza acquisita da Florenzi Pellegrini fuori (impensabile se fossero rimasti a casa), è stata la carta che ha permesso ad entrambi di tornare da protagonisti.

Con Zalewski l’emergenza nata dall’assenza di Spinazzola è stata quella che ha spinto Mourinho e lo staff a rischiare qualcosa in più, avendo il nazionale uruguaiano Matias Viña come copertura su quella fascia. C’è voluto poco tempo per capire che il ragazzino si è posto presto come alternativa concreta al sudamericano, fino a superarlo nelle gerarchie. E non basta.

Messa alle spalle una stagione importante, Zalewski si è presentato zitto zitto a luglio da vice Spinazzola nella testa di molti. Lui aveva evidentemente un’altra idea, quella di partire alla pari con l’esterno azzurro, che dopo la tribolatissima stagione passata ha rifatto una preparazione vera a distanza di due anni dall’ultima. E qualcosa in termini di brillantezza può pagare.

Nel frattempo il ragazzo romano che ha scelto la nazionale polacca in omaggio alle sue origini, ha talmente studiato il suo nuovo ruolo da risultare persino migliorato rispetto a qualche mese fa. Zalewski era un esterno offensivo che oggi fa tutta la fascia, ha gamba, ha imparato le diagonali, copre con applicazione, spinge con efficacia, ha il piede per mettere la palla cronometrata sul piede dei compagni (chiedere a Zaniolo Pellegrini in Conference League con Bodø Leicester). Zalewski piace a mezza Europa, il suo contratto scade nel 2025 e la Roma sa che il tema del rinnovo e dell’adeguamento dell’ingaggio andrà affrontato. Ma piace più di tutti a Tiago Pinto Mourinho.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *