Roma-Leocester post partita

 Le dichiarazioni dei giocatori al termine della vittoria col Leicester:

ZALEWSKI A SKY SPORT

Un titolare inamovibile di una squadra di Mourinho, sei in finale di una coppa europea, ti sei chiesto se è tutto vero?
“A volte ho questo pensiero, ma penso di aver lavorato bene durante l’anno che non è ancora finito. Dobbiamo fare più punti possibili in campionato, c’è una finale da vincere. Penso che questo traguardo finora lo devo soprattutto ai miei compagni, allo staff che mi ha sempre supportato”.

Abbiamo fatto vedere i tuoi assist, giochi con la tranquillità di un veterano. Come nasce la tua serenità?
“È semplicemente quello che mi chiede il mister, di cercare l’uno contro uno e cercare la giocata in alcune zone del campo”.

Prima di questa serata hai dormito?
“Ho dormito tranquillamente, senza problemi. Speriamo che passerò una nottata tranquilla anche prima della finale”.

Non sbagli mai una scelta, mi piacerebbe sapere qual è il tuo ruolo? Come nasci?
“Principalmente trequartista ed esterno offensivo”.

Ti stai adattando benissimo, ma in alcune situazioni si può pensare di vederti più avanti?
“Quella è una scelta che prende il mister, se servirà mi farò trovare pronto come ho fatto per questo ruolo”.

PELLEGRINI A SKY SPORT

Siete riusciti a coniugare la crescita del gioco e anche 70mila spettatori che hanno giocato.
“Sì, non abbiamo mai avuto dubbi su questo. Si può giocare in tante maniere, oggi era da giocare in maniera forte e lo abbiamo fatto”.

Quali consigli dai da capitano a Zalewski?
“A Nicola in particolare dico sempre di non limitare mai le sue caratteristiche, lo sprono a cercare spazi per cercare l’uno contro uno, ci dà una mano in uscita, gli dico di provare qualsiasi cosa gli passa per la mente. Solo così può migliorarsi, la sua crescita è già impressionante”.

Conosci la storia del club, erano 31 anni che non arrivava in finale di una coppa europea. Quanto c’è di Mourinho nella tua stagione?
“Il lavoro del mister è sotto gli occhi di tutti. Al di là delle individualità, si percepisce una Roma forte e squadra. Ci piace. Abbiamo avuto un’importante crescita nell’anno, abbiamo fatto bene inizialmente e poi abbiamo avuto un calo. Dal campo ho l’idea che siamo una squadra vera, tanto è vero che segniamo subito e la partita finisce così. Magari un tempo non sarebbe successo”.

Siete una delle migliori squadre su palla inattiva, ci racconti il lavoro di Mourinho e dello staff?
“È una cosa che proviamo in allenamento, c’è anche tanto dell’individualità. È importante mettere bene la palla, ne abbiamo tanti di giocatori che possono farlo come Veretout che è eccezionale, abbiamo Sergio e anche Nicolò. Poi abbiamo giocatori forti dentro l’area di testa. Ricordo che quest’anno abbiamo avuto 4-5 occasioni in cui potevamo segnare e non l’abbiamo fatto, poteva essere un dato più importante”.

Poi ci sono le tue direzioni dirette…
“Sì, quest’anno sono entrate”. 

Mancini è sicuro: “Abbiamo ringraziato tutta la gente che c’era allo stadio. Ho vissuto un anno di COVID-19 e non avevo vissuto l’Olimpico”

Roma-Leicester è finita 1-0 per i giallorossi che grazie a Tammy Abraham approdano in finale di Conference League. L’attaccante numero, 9 ha superato Schmeichel su calcio d’angolo con un colpo di testa preciso che non ha lasciato spazio al portiere danese. Una grande prestazione di squadra che è stata attenta per tutta la gara, soprattutto difensivamente. Il lavoro dei tre centrali è stato molto importante. Proprio uno dei protagonisti della linea arretrata ha parlato al termine della gara. Si tratta di Gianluca Mancini, ecco le sue parole:

Sulla partita
“L’abbiamo vinta, era importante questo. Dopo un’andata così era importante vincere. Rispetto all’andata abbiamo sofferto meno, è normale che chi è sotto spinga, ma grossi pericoli non ci sono stati. È una finale meritata”.

Che emozioni avete provato?
“Avete visto in campo, abbiamo ringraziato tutta la gente che c’era allo stadio. Ho vissuto un anno di COVID-19 e non avevo vissuto l’Olimpico. L’emozione è forte, la Conference League è una competizione europea, eravamo alla quattordicesima partita, andare così avanti in Europa leva energie in campionato e l’emozione è stata unica. Non ti dico che abbiamo pianto, ma c’è emozione”.

Cosa è cambiato dal punto di vista mentale?
“Quando sono arrivato c’era un altro allenatore e ogni stagione è differente. Quest’anno abbiamo un tecnico che sa vincere e sa farti crescere. C’è un processo di crescita, non è che vinci subito con Mourinho in panchina. Siamo partiti bene nei primi mesi, poi abbiamo avuto delle difficoltà. La mentalità è cambiata perché sono arrivati i risultati, abbiamo fatto tantissime partite senza perdere e questo ti aiuta. Ci conosciamo da tanto tempo e cerchiamo di lavorare per raggiungere questi obiettivi”.

Mourinho ha parlato della vittoria di una famiglia. Che padre di famiglia è Mourinho?
“È la vittoria di tutti. Noi giocatori andiamo in campo, il mister ci dice cosa dobbiamo fare, ma è la vittoria dello staff tecnico del mister, dei magazzinieri, di tutti. Il mister è il capobranco, tira fuori il meglio di noi. Ci dice le cose in faccia e questo è positivo”.

Avete lavorato in modo particolare sui calci piazzati?
“Lavoriamo come sempre, sapevamo che il Leicester era la squadra di Premier che aveva preso più gol su calci piazzati. Quando sai che una squadra è debole a difendere è più facile. Questa è una nostra caratteristica, abbiamo giocatori che calciano bene e i saltatori sono abili. È importante”

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