Cesari: “Ci dev’essere un punto in comune tra gli arbitri”

L’ex arbitro Graziano Cesari è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport. Queste le sue parole:

In occasione del calcio di rigore per il Venezia, c’è un fallo su Ibañez. Perché il VAR non è intervenuto?
“Sono rimasto stupito, ieri mi sono arrabbiato. Chi fa l’arbitro è soggetto a rispettare le regole. Alla nona giornata, in Inter–Juventus, l’arbitro ha cambiato idea grazie al VAR. All’undicesima non è intervenuto nessuno per far rivedere il fallo di Kjaer su Pellegrini. Ieri è stato fischiato di nuovo lo stesso episodio. Cosa stanno facendo? Ci dev’essere un punto in comune tra gli arbitri, una linea di condotta. Non possono deragliare continuamente dal percorso. Questa situazione è sconveniente per tutti, è una situazione di grande imbarazzo”.

Parlare e rimarcare gli errori degli arbitri può innervosire la classe arbitrale?
“Un arbitro dev’essere asettico, il miglior arbitro è colui che non sente ciò che si dice intorno. Sarei molto stupito se un arbitro avesse questo pregiudizio mentale. Se fossimo dei dirigenti delle squadre di calcio denunceremmo queste situazioni, meritano attenzione. Questo tipo di atteggiamento non sarebbe conforme al lavoro dell’arbitro, non posso pensare ad un direttore di gara che venga condizionato da questo”.

Se lei avesse la posizione di poter dire cosa e come cambiare quello che stanno facendo, quale consiglio darebbe alla classe arbitrale?
“Io credo che in questo momento Rocchi stia facendo tutto il possibile, conosce tutto quello che è intorno a sé. Quello che per me è inaccettabile è che non si voglia sfruttare un sistema televisivo che ti dà informazioni corrette. Bisognerebbe cominciare a sospendere gli arbitri che fanno errori del genere. Come tocchi qualcuno sul portafoglio, l’attenzione aumenta. Se non vai ad arbitrare non prendi soldi, inevitabilmente si sta più attenti. Usare a singhiozzo questo strumento è follia”.

Ieri a Sky si parlava di chi avesse creato prima il fallo tra Cristante e Caldara, Fabio Caressa ha sottolineato come gli attaccanti possano cercare forzatamente il calcio di rigore. Ci può stare questa spiegazione?
“Sì, ci sta tutto nel mondo del calcio. Ognuno cerca di dare una spiegazione, l’attaccante cerca di trarre vantaggio in area di rigore. Lì c’è una forzatura, poi ci sono delle situazioni in cui diventa difficile. Io non mi farei questi problemi, il calcio è fatto di contatti regolari e irregolari”.

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