Mancini: “Stregato da Mourinho. A Roma mi ci vedo bene e a lungo”.

Primo giorno di allenamento: Mourinho ci riunisce davanti a un maxischermo e ci fa notare una situazione tattica del passato da non ripetere più. Ecco, li ho capito chi avevamo davanti e mi sono acceso. Da quel momento siamo andati a mille. Fissando l’immagine di quell’errore ha subito stabilito un paletto e un punto di ripartenza” racconta Gianluca Mancini, intervistato da Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Il rinnovo? Non è una priorità, ma a Roma mi ci vedo bene. E a lungo“. E ieri un suo rappresentante ha varcato i cancelli di Trigoria per confrontarsi con Pinto.

Vuole restare a lungo, quindi ha in testa la vittoria? “Vito Scala spesso mi racconta dello scudetto. Mi piacerebbe provare certe sensazioni“.

Ci vuole tempo?“Siamo una squadra giovane. Stiamo costruendo“.

Mourinho dà la sensazione che tutto sia possibile. “E’ un leader. Alza il livello. Incroci il suo sguardo e subito ti viene di dare di più. E’ una fortuna averlo. Quando lo hanno annunciato, eravamo elettrizzati“.

Da Fonseca a Mou, alla fine lei è sempre il leader: “E’ una bella parola, che resta tale se non la riempi. Io sono uno a cui piace parlare di questioni tattiche, di calcio. Ma poi contano i fatti, gli esempi. Se la squadra mi segue, sono felice perché è un qualcosa che mi sono conquistato“.

Questa squadra può vincere in poco tempo? “Calma. Dobbiamo stare sereni e se perdiamo delle partite bisogna essere bravi a reagire, come abbiamo fatto. Poi le situazioni offensive e difensive vanno a migliorare, più tempo stai con l’allenatore e più le cose cresceranno. Ma la Roma ora non è da scudetto. Da qui a Natale ci giochiamo tanto. E non conta vincere solo gli scontri diretti: se battiamo Juve e Napoli e perdiamo con il Cagliari non ha senso. Dobbiamo trovare equilibrio”.

L’ambiente non c’entra? “Roma è una piazza calorosa ed esigente e deve essere così. Abbiamo perso un derby, siamo andati sotto la Sud e ci hanno accolto tra gli applausi. È normale che una città con così tanti abitanti metta questa pressione. Io quando entro allo stadio e vedo quel calore, l’entusiasmo, penso che sia una cosa bella, da brividi, non un problema. Noi dobbiamo essere bravi a non sentire quelli che vogliono mettere zizzania e a isolarci da certe chiacchiere“.

La partita che sente di più è contro la Juve o la Lazio? “Io ho esordito con la Roma in un derby, avevo il mal di pancia, la senti più delle altre, rappresenti Roma e giochi con la tua rivale cittadina“.

Da Abraham a Dzeko cosa è cambiato? “Era arrivato il momento di cambiare aria. In campo saremo avversari, fuori il rapporto rimane. Abraham ha doti impressionanti, qualità e voglia di vincere. Una cosa bella da vedere, ha un grande futuro davanti“.

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