Pinto: “Ci siamo rinforzati, l’obiettivo è entrare in Champions”

Torna a parlare Tiago Pinto. Il gm della Roma ha risposto alle domande dei cronisti facendo chiarezza sulle trattative che sono andate in porto e su quelle che sono invece saltate. Già a gennaio il portoghese aveva incontrato la stampa per fare un resoconto del suo operato tra gli affari in entrata e i tanti e difficili in uscita. In sala insieme a lui anche il suo staff: Morgan De Sanctis (vice ds), Maurizio Lombardo (segretario generale), Lorenzo Vitali (legale), Daniele Muscarà (legale), Roberto Fonzo (finance). Queste le sue parole:

“Buongiorno a tutti. Vi ringrazio per essere qui oggi. La prima volta che ho fatto la conferenza a febbraio era più facile. Vi voglio spiegare cosa è successo e le strategie di mercato. Prima di tutto voglio ringraziare la società, oltre che per l’investimento, anche per l’aiuto e la vicinanza. Si è parlato molto di un lavoro di squadra e questo è successo. Tutte le decisioni le abbiamo prese insieme. Sono contento perché così secondo me si può fare il meglio della Roma. Fare più di 40 trattative in due mesi non è solo Tiago Pinto ma tutto lo staff che è qui. Per voi sono nomi dei calciatori ma oggi con il calcio così professionistico non è facile lavorare senza una squadra competente. Sono molto esigente con me stesso e il primo ad arrabbiarsi se le cose non vanno bene. Però penso che questo sia stato il mercato più difficile del calcio recente. Penso però di aver fatto un buon mercato in questo contesto, abbiamo portato il miglior allenatore del mondo a Roma. Abbiamo una squadra più forte e abbiamo sistemato più di 30 giocatori”.

Ha migliorato la panchina, il reparto difensivo e quello d’attacco con più variabili. Era finito il budget o non avete trovato quello che cercavate? Lavorate sugli svincolati?
“Quando sono arrivato qua tutti mi hanno detto che questa era una piazza difficile. Il mercato è finito ieri ma tutti chiedono del centrocampista. Oggi lo chef della cucina mi ha chiesto del centrocampista (ride ndr). Non è stato un tema di budget perché abbiamo speso più di quanto Dan e Ryan pensavano. Il mercato è dinamico e abbiamo dovuto accelerare il processo di ricostruzione. Tutti sapete dell’interesse che avevamo per Xhaka che poi non è andato avanti. Abbiamo fatto quello che era più urgente per la squadra. Io non voglio mai trovare giustificazioni ma bisogna ricordare da dove partivamo. All’inizio del mercato avevamo quasi 60 calciatori. Abbiamo fatto quello che ci è sembrato giusto per una squadra più forte”.

Mourinho ha detto che vorrebbe tre Pellegrini, se l’aspetta complicata la trattativa per il rinnovo?
“No, lui vuole rinnovare, noi vogliamo resti. Non è un problema”.

Lei è contento delle cessioni? Degli esuberi rimangono Santon, Fazio, Nzonzi e Riccardi: possono essere reintegrati?
“Posso invitare te a fare una lista dei ds che hanno venduto calciatori. Guardiamo i primi sette club d’Italia e vediamo quanti hanno venduti. Penso che trovare una soluzione per quasi 30 calciatori è un buon lavoro. Sono qui per imparare da tutti ma mi sembra che la domanda sia giusta in altri mercati. In questo mercato possiamo vedere e poi dare un giudizio complessivo. Per me era meglio se fossi riuscito a vendere qualcuno in più ma non abbiamo trovato solo per quelli che non sono voluti andare via. Abbiamo 10 finestre di mercato aperte e lavoreremo per questo. Mourinho ha parlato anche di questo tema. Noi abbiamo lavorato molto e portato offerte buone per tutti i calciatori. Nessuno avrebbe perso un euro. Non posso andare nella testa dei calciatori. Abbiamo mercati aperti e lavoreremo insieme allo staff e ai procuratori. A mercato finito vedremo.”

La Roma è il club che ha speso più sul mercato, i Friedkin hanno messo un extra budget. Inter, Juventus e Milan hanno perso il miglior giocatore per ogni rosa: pensa che la Roma possa lottare per lo scudetto? Se non si arriva in Champions è un fallimento?
“La mia visione non è lo scudetto, la mia visione è lavorare sempre per assottigliare la linea tra la Roma e il successo. Noi vogliamo vincere, a partire dal Sassuolo. Abbiamo il migliore allenatore del mondo e una squadra più forte. Abbiamo fatto tanti cambiamenti nella struttura e credo che la Roma sia più vicina al successo. Noi dobbiamo avere la mentalità di vincere tutte le partite. Poi se siamo in lotta per quell’obiettivo ci saremo. La Champions è l’obiettivo principale, non mi nascondo. È per questo che siamo qui”.

Qual è il rimpianto a fine mercato al di là degli esuberi?
“Il momento in cui non siamo riusciti a prendere Xhaka. Lui voleva venire, l’Arsenal non lo ha voluto vendere in quel momento. Il rimpianto vero sono stati gli esuberi. Abbiamo lavorato molto per portare offerte degne ai calciatori e alla fine è una situazione che non mi piace”.

Com’è il suo rapporto con Mourinho? È stato uno stimolo o un peso in più?
“Io sono molto orgoglioso di essere riusciti a portare Mourinho alla Roma. Io sono portoghese, ho 36 anni, Mourinho è una leggenda per un portoghese, ha una dimensione stratosferica. Oggi sono un professionista, molte volte possiamo non essere d’accordo, ma io imparo da lui. Lui ha vinto tanto, ma questa pressione non l’ho sentita. Noi siamo riusciti a lavorare insieme ogni giorni, anche prima che la stagione iniziasse, abbiamo valutato la squadra insieme. In panchina ci manca esperienza, sono motivato nel lavorare ogni giorno con Mourinho”.

Come si è passati dalla priorità Xhaka a non prendere centrocampisti? Tornerete sul mercato a gennaio?
“Su Xhaka ho già risposto. Importante dire che il centrocampo della Roma ha un campione d’Europa come Bryan Cristante e il centrocampista con più gol in Europa di questa stagione. Abbiamo Villar che è titolare della Spagna Under 21 e Diawara. Dobbiamo comunque rispettare i nostri calciatori. Per gennaio io ho una piccola cosa che penso diverso da voi. Credo c’è tanto lavoro da fare con una squadra importante che vuole vincere non solo il mercato. Possiamo analizzare tutto ma non posso già pensare per gennaio. Siamo qui per aiutare e sviluppare i nostri calciatori. Se fosse solo calciomercato il Lille non avrebbe vinto il campionato.”

Mourinho ha detto che il mercato è cambiato in corsa per Spinazzola e Dzeko. Se tutto fosse andato secondo i piani, la società avrebbe investito cifre simili?
“Non lo so, il mercato è dinamico. Quando c’è un problema, io guardo l’opportunità. Abbiamo preso Viña e ora abbiamo tre terzini, quando rientrerà Spinazzola, veramente forti. Quando è successo con Dzeko hanno visto quella situazione come un problema e io l’ho vista come un’opportunità per accelerare il nostro processo e abbiamo preso Abraham. Molte volte vengono venduti giocatori che non volevamo vendere, il mercato è così, dinamico. Noi ogni giorno dobbiamo reagire a quello il mercato ci dà”.

Quanto è difficile lavorare con un campionato iniziato?
“A me non piace. Come sai tutti i club portoghesi vendono molto. Io vengo da un club che aveva quasi due stagioni diverse: una con mercato chiuso e uno con mercato aperto. Tante cose vanno nella nostra testa. Io credo che noi abbiamo vinto le quattro partite e fatto molto bene ma non è facile gestire i calciatori con il mercato aperto”.

L’atteggiamento sugli esuberi è una nuova strategia adottata dalla società?
“Io prima di essere direttore sportivo sono un tifoso del calcio. Io andavo allo stadio per vedere i calciatori e non per vedere i direttori. Il mio lavoro è rispettare il calciatore, ma non è facile per me trovare cinque-sei offerte importanti che non danneggiano il contratto del calciatore e non accettarli. Prima della partita con la Salernitana ho detto che è stata una scelta molto difficile, avevamo 60 calciatori sotto contratto. Noi abbiamo fatto questa scelta per ridurre il gruppo e creare un ambiente compatto e coeso, disposto a lottare per la Roma. Questo ambiente è inattaccabile. Io sono qui per prendermi la responsabilità. Ringrazio i calciatori e i procuratori che hanno fatto uno sforzo per trovare la soluzione. Due-tre hanno fatto davvero un grande lavoro. Poi noi prendiamo la conseguenza delle loro azioni. Io ho sentito calciatori importanti che hanno fatto uno sforzo per capire il momento che hanno lasciato qualcosa pur di giocare. Questo tipo di calciatori li ricorderò sempre”.

Villar?
Villar è un calciatore della Roma e un bravo calciatore, l’anno scorso ha giocato 42 partite, lui deve approfittare dell’opportunità di lavorare con Mourinho”.

Si è sentito il peso di Mourinho in questa sessione?
“Completamente. Per me è un orgoglio, lo ripeto, lavorare con Mourinho. Quando tu vai quattro-cinque giorni a Londra qualcuno pensava che o portavo Abraham o un volo per il Portogallo. Non è la stessa cosa avere Mourinho o un altro allenatore. Siamo stati bravi, credo che è stato un aiuto molto molto grande”.

Quando prevedete di far tornare Smalling e Spinazzola?
“Spinazzola non lo posso dire, lui ha una voglia incredibile e lo dobbiamo fermare un po’. Smalling credo che col Sassuolo sarà disponibile, non è niente di grave”.

Pensa che ci sia un margine di rischio nell’aver dato a cifre basse o gratis Dzeko, Flroenzi e Pedro a delle rivali?
“Qualsiasi decisione è un rischio. Questi tre calciatori hanno storie e situazioni diverse. Quando un calciatore non vuole la Roma ma altre squadre questo è importante per me. Noi stiamo costruendo un progetto nuovo e diverso dove i migliori devono voler “morire” per la Roma. Se vedo quello che è successo con Messi, Ronaldo e Griezmann vediamo che anche la Roma ha fatto lo stesso. Forse ha comunicato peggio, sbaglio io perché voglio sempre dire la verità. Sappiamo però che sono ingaggi importanti ma che abbiamo fatto queste scelte”.

Lei ha detto che è molto esigente, che voto dà al suo mercato?
“Se pensare che tante persone pensavano che io non facessi mercato, direi 8. Se pensiamo che questo è il mercato più difficile della storia del calcio forse anche di più. Se penso che posso migliorare il voto che do a me stesso è 7.5”.

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