Gravina: “Il calcio italiano non è da rottamare”

«Il decreto crescita è un problema nelle modalità con le quali viene vissuto. C’è un’applicazione anomala perché su 340 tesserati ci sono solo 50 italiani, è un tema che ci dobbiamo porre. Si è parlato di un tetto, tutto questo ha generato una resistenza a livello parlamentare perché poteva provocare effetti sull’evasione fiscale. Il decreto crescita se viene ben applicato ben venga, altrimenti deve essere eliminato»: lo dice il presidente della Figc Gabriele Gravina durante l’intervento alla giornata di sport ‘Il Foglio a San Siro’

«Il calcio italiano credo che stia molto bene nella sua dimensione sociale, culturale e di grande elemento di spinta anche nel campo della responsabilità sociale. La dimensione economica ci fa preoccupare un pò di più, abbiamo avviato una sorta di tagliando, il motore perde colpi ma non è una macchina da rottamare, è una macchina che chiede grande senso di responsabilità», ha proseguito Gravina, che ha parlato anche della mancata qualificazione dell’Italia a i prossimi Mondiali: «Non voglio sembrare una voce fuori dal coro, c’è stata una disfatta, è vero, ma il calcio italiano non è solo la Nazionale maggiore che resta un punto di riferimento, però tre nazionali giovanili si sono qualificate nelle fasi finali dei tornei». Tra i tempi anche quello legato all’indice di liquidità della Serie A in particolare, come criterio per l’iscrizione al campionato: «Non c’è motivo di discordia, è stato un confronto lungo e approfondito. Abbiamo cercato di focalizzare l’attenzione sulle criticità del mondo del calcio, facendo riflessioni per mettere in sicurezza il sistema calcio. Con Casini abbiamo possibilità di dialogo costruttivo di prospettiva. Se rimaniamo ancorati a vincoli, perdiamo di vista i veri obiettivi», ha aggiunto Gravina

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