Superare se stessi

Di Alessandro Carducci – Dopo la pausa invernale, riprende la corsa alla Conference League. La terza coppa europea è un obiettivo ben chiaro nella mente di José Mourinho. Il portoghese conosce l’importanza delle vittorie, che danno fiducia e consentono di acquisire quella mentalità vincente che a Trigoria scarseggia, dopo così tanti anni in cui non si vince nemmeno una Coppa Italia. Contro il Vitesse, la Roma dovrà subito cercare di indirizzare la qualificazione a proprio favore con una, grande, difficoltà: non l’avversario, che comunque non è da sottovalutare, ma la stessa Roma. I giallorossi vengono, infatti, da due vittorie consecutive, sufficienti in passato per far rilassare la squadra capitolina. Il più grande nemico, giovedì sera, sarà proprio questo: riuscire a mantenere alta la concentrazione, la determinazione, l’aggressività, la cattiveria agonistica che abbiamo visto chiaramente in queste ultime partite. Una squadra affamata che ha fatto di tutto per vincere, sempre, e che non si saziava mai. Questo è il compito più arduo ma anche quello che, storicamente, appartiene maggiormente alle corde di José Mourinho.

LA MANO DELLO SPECIAL ONE – Mourinho che, tra alcune difficoltà di formazione e le tante critiche ricevute, sta pian piano plasmando la sua Roma. Ha rivitalizzato Mkhitaryan in un ruolo atipico come quello del regista, sta facendo ripartire la corsa pazzesca di Zaniolo, ha dato tranquillità ad Abraham per superare le prime settimane e sta lanciando alcuni giovani, tra cui Felix, Bove e Zalewski, facendo anche scelte in apparenza azzardate. Il tutto adattando il sistema di gioco al contesto, alla gara, senza preconcetti e senza preclusioni. Ormai siamo vicini allo sprint finale, quello in cui si dovrà tenere il respiro fino all’ultimo, stare in apnea e vedere fin dove si potrà spingere la prima Roma targata José Mourinho.

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