Tommasi: “Mourinho è una delle figure mondiali che non si può non voler conoscere”

Damiano Tommasi nel giorno del suo 49° compleanno è intervenuto ai microfoni di Radio Romanista.
L’ex calciatore giallorosso ed attuale sindaco di Verona nel corso dell’intervista ha parlato della Roma, di Josè Mourinho e del suo ruolo da primo cittadino.
Di seguito le dichiarazioni complete:

Alla vigilia della partita della Roma, ti emozioni ancora per il calcio?
“Ma sì, anzi. Il tifo per l’Hellas Verona mi riporta a quando ero bambino e il tifo per la Roma mi riporta a quando ero io che dovevo portare a casa i risultati. Diciamo che quando seguo la Roma, la seguo in maniera di tipo professionale pensando alle possibili soluzioni in campo. Quando guardo il Verona tifo e basta. E quindi l’apprensione quando c’è il risultato di mezzo continua. Negli ultimi anni la Roma è tornata a far emozionare e speriamo che possa continuare”.

Che mosse ti aspetti domani sera da Josè Mourinho per qualificarsi alla finale?
“Intanto pensare di non essere in vantaggio e affrontare la partita come si è affrontata l’andata, mettendo in campo la propria solidità che è stata dimostrata nel tempo. Una delle qualità migliori che ha il mister è quella di preparare la squadra dal punto di vista psicologico che in queste partite pesa molto di più dell’aspetto fisico, tecnico e tattico. Questa volta ha anche a che fare con parecchie assenze che sicuramente possono pesare ma possono essere anche lo stimolo per fare ancora meglio. In queste partite non bisogna mai pensare di essere avanti o di essere vicini al traguardo. Bisogna affrontarle come se fosse il primo minuto della prima partita”.

A proposito di emozioni, come ti spieghi l’improvvisa riaccensione dell’amore per questa squadra?
“Non c’è un elemento scatenante. Sicuramente la vittoria dell’anno scorso ha pesato. Quando si ha la sensazione che possa accadere qualcosa di storico si va allo stadio pù volentieri e si cerca di non mancare. Poi credo che vada dato merito al lavoro fatto dietro le quinte dalla società, che ha lavorato e sta lavorando in termini di comunicazione e di coinvolgimento. È una cosa nuova nel nostro paese, in una città e in una tifoseria dove basta poco per riaccendere l’entusiasmo e la voglia di essere parte dello spettacolo. Il pubblico è parte dello spettacolo sportivo che avviene dentro uno stadio. La società l’ha capito, sono professionisti che si occupano di questo e si vede. Credo che questo sia il futuro, anche se è già un presente in Premier League dove l’elemento sportivo è fatto dai calciatori, dagli allenatori e dal pubblico che partecipa allo spettacolo. Questo lavoro è stato fatto a Roma in maniera mi viene da dire silenziosa perchè da fuori non si percepisce, ma alla fine il risultato è questo. Se poi aggiungi la figura iconica del mister con il suo modo di comunicare e i risultati in campo, esce fuori un bel mix”.

Ti sarebbe piaciuto essere allenato da Mourinho?
“È una delle figure del nostro mondo che non si può non voler conoscere. Perchè ha fatto e fa il suo modo di essere allenatore diverso da tanti altri. È sicuramente qualcuno da cui poter trarre tanti spunti. Vederlo lavorare, così come ho avuto la fortuna di veder lavorare dietro le quinte figure della storia del calcio italiano come Sacchi o Capello, sicuramente mi sarebbe piacuto. Non so se da calciatore sarei stato adatto al suo modo di giocare”.

La tua esperienza come sindaco di Verona
“È un’esperienza unica che potrò dire di aver fatto. Amministare una città, a maggior ragione se è la tua città, tra mille difficoltà ti dà la possibilità di viverla dalle viscere e da dove pulsano le emozioni. Sicuramente non mi aspettavo nulla di particolare se non quello di una professione che non conosceva e in cui, quindi, c’è tutto da imparare. Però quando c’è da imparare qualcosa la giornata inizia sempre in maniera positiva perchè si fanno cose nuove e si conoscono nuove realtà eccezionali. Le cose da fare sono tante, abbiamo da poco cominciato a fare dei lavori infrastrutturali importanti sul traffico e sulla vita quotidiana dei cittadini. Quindi tutti giorni siamo sia sotto pressione sia con l’adrenalina di fare cose che poi rimarranno per la città. Questo mi fa superare le tante criticità che questo ruolo ha. Visto da dentro capisco che dalle difficoltà si spiegano tante cose, come la scarsa affluenza alle urne. La sfida è quella di attirare ad impegnarsi per il pubblico le eccellenze che oggi preferiscono lavorare nel privato”.

C’è un giocatore nella Roma di Mourinho che ti somiglia?
“Ho un debole per Lorenzo (Pellegrini) perché da sempre si è posto nel modo giusto e sa prendersi delle responsabilità. Tra alti e bassi penso sia una delle eccellenze che abbiamo. Ma il sottoscritto non è paragonabile a lui. Poi, sicuramente, entusiasma la storia di Bove e penso sia una delle pagine più belle di questo periodo, non solo della Roma, però non so chi ha le mie caratteristiche. Io li vedo tutti più bravi di me”.

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