Che forza la Roma alla Mou

C’è una squadra là dietro, che cresce. Cresce, e pure da un pezzo, El Shaarawy, cresce Kumbulla. Contro la Real Sociedad decidono loro e un pezzo di quarto di finale di Europa League la Roma lo mette in tasca, anche se il ritorno a San Sebastian – a tre giorni dal derby – non sarà una passeggiata di salute. Mourinho ora, oltre ad aver ridato un’anima alla squadra, ha ritrovato pure una rosa larga, non soltanto di bambini. E questo – racconta Alessandro Angeloni su ‘Il Corriere della Sera’ – lo dice la storia delle ultime partite, con la squadra sempre sul pezzo e mai col fiato corto. José, in un colpo solo, nella ripresa contro la Real Sociedad effettua tre cambi: è un‘altra squadra, ma senza abbassare il livello. Il litigio lampo, il faccia a faccia in campo tra Cristante e Matic, dopo una palla persa banalmente, viene visto come un gesto eroico, da ring, fotografia di un gruppo che sta sul pezzo.

E sui social, solo applausi. La Roma piace anche per questi episodi arroganti. E ora ha trovato la sua dimensione, non è certo una squadra spettacolare, non è frizzante. E’ squadra, punto. Si è visto contro i baschi lo stesso spartito eseguito contro la Juventus, ma stavolta Rui Patricio si è sporcato le mani davvero poco. Solo un paio di volte la Roma ha rischiato di cadere. Nell’undici iniziale c’è Llorente, che non si deve dannare: fa il compitino e poi si fa male (adduttori). Il primo gol è la sintesi di cosa è la Roma in questo momento: ti aggredisce, ti ferma e riparte in verticale. Il secondo gol invece è la sintesi di cosa è la Roma da quando c’è Mou: micidiale da palla inattiva. Gol numero 19 da calcio da fermo. Paulo non è nella serata giusta ma entra nel primo e propizia il secondo gol; Abraham non calcia in porta ma si dà da fare e crea l’assist per ElSha. Domenica c’è il Sassuolo e Mou ora può permettersi di far girare qualche giocatore, che prima non vedeva o non aveva. Chissà se questo gli basterà per credere ancora nella Roma. Perché una cosa è certa: Roma crede in lui.

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