Pratica, solida e cattiva: finalmente la squadra assomiglia a Mourinho

“Ha vinto l’atteggiamento”. Provate a dargli torto. La Roma che supera di misura la Juve, riaggancia il treno Champions e sfodera una prestazione da sporca dozzina, è l’emblema del manifesto mourinhana. Pratica e cattiva, con i fedelissimi di José che danno l’anima in campo per far felice il loro profeta, deluso dopo la prestazione di Cremona, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. E così Mancini si riscopre Dunga, Smalling annichilisce Vlahovic, Pellegrini si sdoppia nel ruolo di falso nueve e mediano, il soldato Matic si trasforma nella proiezione del lider maximo portoghese in campo. In una delle notti più attese dal tifoso (l’altra non può essere che il derby), la Roma si riscopre Special. E lo fa dopo un sali e scendi di umori, sensazioni e prestazioni che l’ha portata in stagione ad avere più volti di un Giano Bifronte. Sciatta (come a Razgrad, Udine o contro i Balla-boys, ieri ko 3-2 contro il Sassuolo), esaltante e perché no, divertente (leggi primo tempo con il Salisburgo) ma soprattutto pratica, fisica, pronta allo scontro.

E alla fine, c’è poco da fare: questo è il terreno che il profeta di Setubal preferisce, quello che sente più nelle sue corde e che gli ha permesso d’invertire un trend che poco aveva a che fare con il dna romanista. Perché anche la Rometta degli anni 70′ o quella poco vincente degli anni 90′ era capace di moti d’orgoglio quando incrociava Napoli, Juventus, Lazio o le due milanesi. Con Mou, s’è tornati all’antico. E quindi a vincere gli scontri diretti: sono già 8 i punti conquistati (4 alla Juve, 3 all’Inter e 1 con il Milan) con ancora tre gare (derby, Milan e Inter) da disputare. Lo scorso anno furono appena 5, nell’ultima stagione di Fonseca, soltanto 6.

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