Mancini, Ibañez e Smalling: ecco i guardiani di Mourinho

Rui Patricio, Mancini, Smalling, Ibanez. Un ritornello che ormai sappiamo a memoria e che accompagna l’annuncio o la lettura di ogni formazione della Roma da un po’ di tempo a questa parte. Già, perché José Mourinho sta dimostrando di avere piena fiducia nel pacchetto difensivo formato da questi calciatori e i risultati, soprattutto in questa stagione, gli stanno dando ragione. Al di là della costante Rui tra i pali, fatto non inusuale per un portiere giocare spesso se non sempre, a colpire sono i numeri dei difensori centrali, praticamente insostituibili per lo Special One. In tre, complessivamente, hanno saltato da inizio stagione quattro gare: due per squalifica, una per infortunio e una soltanto – Smalling negli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Genoa – per scelta tecnica, in quel caso dettata da un necessario turnover. Insieme a qualche altro elemento, come Cristante e Pellegrini, sono i fedelissimi di José.

L’importanza della continuità
Ricordate quando si parlava tanto della BBC – Barzagli, Bonucci e Chiellini – della Juventus? Bene, oltre alle indiscutibili qualità degli interpreti nel marcare gli avversari, si sottolineava spesso come il loro conoscersi da anni e giocare insieme con continuità fosse il vero segreto del successo per la retroguardia bianconera. Ora la Roma dispone di questi tre difensori centrali da più di tre anni – l’ultimo ad essere approdato nella Capitale è il brasiliano ex Atalanta nel gennaio del 2020 – e Mancini, Smalling e Ibanez stanno trovando il modo soltanto ora di giocare sempre insieme. Se negli scorsi anni tra infortuni, squalifiche e cambi modulo vari – tanto Mourinho quanto Fonseca prima di lui hanno provato inizialmente un modulo con una difesa a 4 – hanno minato questa continuità di un impiego contemporaneo, dall’agosto scorso ad oggi Mou ha posto i tre pilastri come fondamenta solide per la costruzione della stagione. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Al di là di qualche serata negativa, che capita però anche ai migliori ed è da tenere in conto nell’arco della maratona come piace chiamarla a Mourinho, la difesa della Roma ha migliorato nettamente il suo rendimento anche rispetto a quella della versione 2021-22. Rimanendo al campionato, dopo 21 giornate Rui Patricio lo scorso anno aveva subito 28 reti. Dopo le stesse gare, in questa Serie A, le reti concesse sono 18: 10 in meno, per un miglioramento del 36%. Numeri importanti, in grado di cambiare anche le sorti di un’intera annata.

La numero 70 in Salento
Dal loro approdo a Trigoria ad oggi, Mancini, Smalling e Ibanez hanno collezionato complessivamente 408 apparizioni in maglia giallorossa: il più presente in questa classifica è l’italiano, con 156 presenze all’attivo. Domani al Via del Mare partiranno ancora una volta con ogni probabilità dal primo minuto, con il compito non semplice di arginare il tridente rapido e qualitativo della squadra di Baroni, che ha in Strefezza il suo miglior interprete. Contro il Lecce i tre giocheranno anche la loro settantesima gara insieme e già la ventiseiesima da inizio stagione. Avendone la Roma disputate fin qui 29 in tutte le competizioni, la quota raggiunta da Gianluca, Roger e Chris come trio in retroguardia rappresenta l’86% degli impegni totali. Dati ancora una volta sorprendenti e che dimostrano quanto l’incremento d’impiego di questo terzetto nell’annata in corso sia significativo rispetto al recente passato. José Mourinho – al quale ovviamente, al di là delle abilità dei tre centrali, va il merito tattico di aver dato una solidità e compattezza difensiva alla Roma da tanto tempo ricercata a queste latitudini – ha consegnato loro le chiavi della sua difesa, a protezione di Rui Patricio e della sua squadra. Le risposte, numeri alla mano, sono state positive. In Puglia il reparto difensivo va alla ricerca del decimo clean sheet stagionale, per aiutare Pellegrini e compagni a conquistare altri tre punti e a difendere un terzo posto raggiunto con merito, dopo un inizio di 2023 più che positivo. Parola alla difesa. Quella romanista ha trovato in Mancini, Smalling e Ibanez i suoi tre guardiani.

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