La Roma è sempre meno Special

L’eliminazione della Roma dalla Coppa Italia interrompe bruscamente un momento di pace. Mourinho non può contare su seconde linee all’altezza dei titolari. E la fragilità di alcuni elementi (Dybala e Pellegrini) è certificata. C’è poi un gioco spesso prevedibile, che sbatte contro formazioni che basano la partita sulla solidità difensiva. Nelle dinamiche di gioco probabilmente qualcosa va cambiato e questa è responsabilità di Mourinho e del suo staff. Fare quattro cambi al 45’ di un quarto di finale di Coppa Italia contro l’ultima in classifica – sottolineano Alessandro Angeloni e Gianluca Lengua su ‘Il Messaggero’ – è un evidente segnale che qualcosa era stato sbagliato prima. Inoltre, terminare la gara con quattro attaccanti in campo più Pellegrini e Zalewski, somiglia più a un assalto sconclusionato che a una mossa tattica studiata.

C’è poi la gestione “incongruente” dei calciatori: i recenti casi di Karsdorp e Zaniolo danno l’impressione che Mou e la società abbiano messo in atto un harakiri in piena regola. L’infortunio di Spinazzola complica il turnover sulla fascia sinistra, a destra invece c’è solo Celik. Reintegrare Karsdorp significherebbe eliminare un problema. Discorso simile per Zaniolo. Mou e Pinto vorrebbero reintegrarlo perché con le fragilità di Dybala e Pellegrini, il suo apporto diventerebbe determinante. Infine, il mercato: la Roma dopo la sessione invernale si è di fatto indebolita. La speranza è nel recupero di Wijnaldum. Troppo poco per competere su tre fronti. L’occasione di rinforzarsi non è stata colta per via dei paletti imposti dalla Uefa, ma senza la qualificazione in Champions a fine stagione, si potrebbe materializzare all’orizzonte un’altra stagione di passione. Con il futuro di Mou tutto da decidere. Lo special aspetta una chiamata dai Friedkin: servono garanzie.

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