Pinto: “Zaniolo mai vicino alla partenza. Mercato chiuso? Io non mollo mai”

Il general manager dell’area sportiva della Roma, Tiago Pinto, interviene oggi in conferenza stampa a Trigoria.

Il dirigente portoghese risponderà alle domande dei cronisti sulle scelte di mercato operate dal club giallorosso in questa sessione estiva. Queste le parole del gm:

Assogna (Sky Sport): “Grande mercato della Roma. E’ una squadra da scudetto?”
“Innanzitutto ringrazio tutti. Questa è una squadra più forte. Non è un instant-team, la Roma è la quarta squadra più giovane della Serie A, la nostra strategia è stata sempre creare spazio per i giovani, da Zelweski a Bove a Missori e Volpato. Ma abbiamo giocatori esperti come Paulo, Belotti e Wijnaldum. Il nostro valore più grande è l’allenatore, la sua leadershp, ha fatto diventare buoni giocatori dei grandi giocatori. Ora ci aspettiamo che vada meglio della stagione scorsa, ma mai parlare di scudetto. Non vogliamo nasconderci, ma faccio fatica a pensare a maggio ora che siamo a settembre. Non è solo il mercato a portare il successo sportivo, ma il lavoro quotidiano”.

Maida (Corriere dello Sport): “Quanto è stato vicino Zaniolo al Tottenham? Come gestirete il rinnovo?”
“Zaniolo non è mai stato vicino alla partenza. Nicolò, come spiegato tante volte, era una stagione di ripartenza, questa va ancora meglio. Non è mai stato un problema, sta bene ed è felice. Vuole aiutare la squadra. Ho chiamato Vigorelli per fare il calendario del nostro meeting, non è una preoccupazione”.

Cecchini (Gazzetta dello Sport): “Siete preoccupati del FPF e delle sanzioni possibile della Uefa?”
“Sul FPFP anche il club avrà tempo per parlarne. E’ un tema troppo serio, spesso se ne parla senza la profondità di cui ha bisogno. Il FPF è stato creato per aiutare i club, non per danneggiarli. Io ho in testa il progetto Friedkin, e la sostenibilità finanziaria è alla base. Noi dobbiamo sempre cercare di migliorare la squadra, ma sappiamo che la Roma aveva un’eredità pesante e abbiamo un percorso. Per noi non è un problema i paletti del FPF, sapevo che era così fin dall’inizio. Spero che nei prossimo anni questi limiti verranno tolti, vorrà dire che avrò fatto bene il mio lavoro. Il mio obiettivo è che il prossimo ds avrà vita molto più semplice. Sulle sanzioni, ne parleremo a suo tempo”.

Austini (Il Tempo): “Il lavoro fatto basta per raggiungere il primo paletto, la Uefa vuole che costi il 90% dei ricavi…”
“Questa conferenza non deve diventare la conferenza del FPF, avremo tempo di parlarne. Per me non è una scusa, ma un lavoro che dobbiamo fare. Siamo vicini agli obiettivi, ma non è finita. Il settlement agreement dura 3 o 4 anni, è un processo lungo. Ma abbiamo dimostrato che questo non ha evitato di farci diventare più forti. Dobbiamo essere bravi, cercare di fare il nostro lavoro al meglio nonostante i paletti della Uefa. Non è molto normale che la Roma è riuscita più a vendere che a comprare, così siamo più vicini ai nostri obiettivi. E non è vero che il monte ingaggi è stato aumentato. Da quando sono qua il monte ingaggi è stato ridotto più di 20 milioni. Mai verrò qua a dirvi che non abbiamo fatto meglio perchè c’erano queste limitazioni. Penso che abbiamo fatto un lavoro interessante per raggiungere la sostenibilità. Quando andrò via sono certo che la Roma avrà una situazione più solida di quella che ho trovato”.

Lengua (Il Messaggero): “Non è facile venire certi giocatori come Dybala o Wijnaldum a parametro zero. Merito suo, di Mourinho o di Friedkin?”
“Secondo me è merito della proprietà, che ha fatto capire che sta costruendo un progetto diverso. Non parla molto ma hanno le idee giuste. Ora l’immagine del club è di una Roma molto più appetibile. Poi non c’è dubbio che il ruolo di Mourinho nella capacità di attrarre giocatori è completamente diverso. Sarebbe stupido non sfruttare questo. Lui non ha problemi generazionali, ragazzi di 20 anni che sognano di essere allenati da Mourinho. Dybala, Matic, Svilar, Celik, Belotti, Wijnaldum, per tutti loro è stato importante essere allenati da Mourinho”.

Piacentini (Corriere della Sera): “Quale le ha dato più difficoltà cedere o acquistare? Lei si è dato 7,5 l’anno scorso, ora?”
“Non sono totalmente soddisfatto delle uscite, un paio di giocatori in prestito potevamo venderli. Sul tema del voto, ho imparato: l’anno scorso sono stato naif a dare il mio voto, e dopo alcuni di voi mi hanno un po’ preso in giro. Magari dopo Tirana quel voto ci stava. Stavolta non lo farò. Io lavoro per le idee e con il rapporto delle persone. Oggi siamo fenomenali, domani scarsi. Ti dico la verità, ci sono dei momenti in cui voi avete pensato che ho fatto un capolavoro e io che avevo sbagliato, e viceversa”.

Lo Monaco (Il Romanista): “Il difensore, si può fare ancora qualcosa? Ha avuto pressioni da Mourinho?”
“Sulla pressione, solo tre persone mi mettono pressioni: mio padre, mia madre e mia sorella. Scherzi a parte, io ho un grande rapporto con Mourinho. Quello che noi viviamo qui a Trigoria è un ambiente di famiglia. Non commento le parole dell’allenatore, è molto difficile essere esposti 150 volte alla stampa. Noi abbiamo fatto le cose insieme. Tante volte ho avuto bisogno del suo aiuto, e le cose sono andate bene. Io con la pressione non funziono tanto bene, con me serve la positività, l’essere coinvolto. A me la stampa non crea pressione. Però andare al ristorante tutti mi chiedono se prendo Belotti, quello sì che mi mette pressione, perchè poi non posso mangiare… Sul difensore, potevamo avere un difensore in più ma alla fine non ci siamo riusciti. Dentro la squadra abbiamo delle soluzioni. Voi parlate molto di Mou sulla comunicazione, io ne parlo da allenatore e lui la stagione scorsa ha fatto vedere con Zalewski ma anche altri che nel momento dell’urgenza ha trovato delle soluzioni. Noi abbiamo Karsdorp, Celik, Cristante che possono giocare lì. Non saranno la soluzione ideale, ma non possiamo sempre dire: “Facciamo un piccolo sforzo e prendiamo Dybala“, “Magari un piccolo sforzo, e prendiamo Wijnaldum, Belotti, Camara, un quinto centrale…”. Le cose sono più complicate di quelle che sembrano”.

Juric (Rete Sport): “C’era stata una trattativa per Frattesi, ha voglia di dire qualcosa? Arrivati a un certo punto si è puntati a spendere poco per i cartellini. Perchè è successo questo?”
“E’ una domanda molto intelligente. E’ quello che è successo davvero. Sulla strategia, abbiamo una sportiva e una finanziaria. Io ho capito che avrei avuto difficoltà a fare uscite per fare entrate. Ho capito che magari eravamo capaci di diventare molto più forti seguendo questa strategie, piuttosto che aspettare di vendere. Tutte le situazioni sono collegate: Wijnaldum arriva quando parte Veretout, Felix quando arriva Belotti. La strategia sportiva non è cambiata, ma quella finanziaria. Su Frattesi: è il mio giocatore preferito della Serie A, è un grande giocatore, secondo me sarà uno dei più forti della nazionale. Ci sono due cose importanti: non uso la stampa per fare le trattative, io non ho mai parlato di Frattesi, si parla con i club. Per il Sassuolo aveva una valutazione, noi non potevamo arrivarci. Non c’è problema. La verità è che il Sassuolo ha un grande progetto sportivo, Frattesi è un grande giocatore, ma non siamo riusciti a trovare un accordo perchè io sono un po’ tedesco nel fare una trattativa: non mi piace passare un mese a trattare per due o tre milioni. Loro fanno una valutazione, se io non ho i soldi, andiamo avanti”.

“Si può prendere Solbakken?”
“C’è una cosa che è molto importante: non è vero che la Roma ha aumentato il monte ingaggi. Non è difficile capire che risolviamo il problema di Olsen e Fuzato e portiamo Svilar, se la Roma risolve il problema di Florenzi, Santon e Reynolds e prende Celik, se vanno via Diawara e Villar e viene Matic, se non rinnova Mkhitaryan, Sergio Oliveira e va via Veretout non aumenta il monte ingaggi. Non sono il mago della finanza, ma non abbiamo aumentato il monte ingaggi. Su Solbakken, ero sorpreso perchè avevano detto che aveva già firmato per un altra squadra….Se non ha firmato ancora, proviamo”.

“Si parla tanto di rinnovi, si sta trattando anche il suo?”
“Io sono felice qui, non avevo preparato questa domanda (ride, ndr). Per venire alla Roma ho lasciato il Benfica, che è l’amore delle mia vita. Ho grande sintonia con proprietà e allenatore, quello che mi muove sono le idee non i soldi. Quando ho detto che il prossimo ds della Roma avrà un lavoro più semplice, è perchè il nostro laoro permetterà alla Roma di essere molto più sostenibile. Non ho bisogno di rinnovare, ho un contratto fino al 2024. Su questo sono diverso dai calciatori, non chiedo il rinnovo. Sul mio futuro non ho dubbi, poi tutti fanno le proprie valutazioni. Sono felice, ma impreparato su questa domanda”.

Qual è stato l’acquisto più soddisfacente? Rimpianti?
“Ho qualche rimpianto sulle cesssioni. Lo sport è l’unica attività commerciale dove chi comanda sono gli operai, quindi i giocatori. Se uno non vuole trasferirsi non puoi far nulla. La situazione Kluivert non era colpa sua, ma ho qualche rimpianto sulle uscite. Ogni trattativa ha una sua storia, anche dal punto di vista emotivo. Non è stato facile chiudermi 4 gioni in hotel per portare Dybala. Quello che so è che tutti i calciatori hanno rinunciato a dei soldi per venire alla Roma, e questa è la cosa più importanti. Da fuori si capisce che qui sta nascendo qualcosa. Non è giusto dire che un acquisto è stato più importante dell’altro, ognuno ha avuto una storia particolare”

Ci sono svincolati come Zagadou. Ha parlato di 57 operazioni, cos’è successo con Coric e Bianda?
“Calma, che io non mollo mai (ride, ndr). Abbiamo ancora Belgio, Turchia, Grecia, dobbiamo sistemare queste due situazioni. Bianda e Coric sono un po’ vittime di un contesto del passato, non abbiamo trovato soluzioni ma ho ancora speranza di trovarle in questo mercato. Possiamo parlare di Zagadou, o di Denayer, ci sono stanti in scadenza…questo mercato farà storia su queste strategia che i ragazzi hanno di portare il contratto a scadenza. Ne riparliamo”.

Belotti ha firmato per un anno più opzione per alti due. Come mai?
“La verità è che siamo stato molto creativi in due-tre operazioni, ma per necessità. La cosa importante è che il calciatore sia felice, non mi interesse se si firma un anno, due o due+uno. Ci sono delle cose dei contratti che non voglio divulgare, sono sicuro che Belotti giocherà qui per tanti anni. Il contratto non sarà un problema”.

C’è una trattativa per i rinnovi di Cristante e Spinazzola?
“Se non ricordo male l’anno scorso mi chiedeste se con l’arrivo di Tammy avremmo potuto avere problemi in 6 rinnovi, dopo un anno continuiamo a parlarne. Quando cominciamo ad arrivare a fine contratto se ne discute, ma al tempo giusto. Bryan sa perfettamente cosa pensa di lui la società, al di là di essere un grande giocatore è un grande professionista, farò tutto il possibile perché lui rimanga qui, fatemi riposare un po’, è stato pesante. Tu lanci questa cosa, poi vengono i procuratori e io non posso riposarmi”.

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