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Dybala: “La Roma era nel mio destino. Emozionanti le chiamate con Mourinho”

L’ufficialità in tarda mattinata, l’esplosione di felicità dei tifosi della Roma riscontrabile senza difficoltà sui social, le foto, il primo allenamento con la squadra e poi le prime parole di Paulo Dybala da giocatore della Roma. Questa l’intervista ai canali ufficiali del club:

Quali sono le tue sensazioni per queste prime giornate in giallorosso?
“Sono molto contento di essere qui, felice di poter iniziare dopi una lunga attesa. Avevo voglia di conoscere i miei compagni, il mio allenatore e oggi sono molto contento di essere qui”.

Queste ultime ore sono state un po’ frenetiche.
“Sì è stato tutto molto veloce, la trattativa nell’ultimo week-end, tutto è passato molto in fretta e io avevo voglia di iniziare. Abbiamo deciso molto velocemente e dopo tutti i controlli abbiamo potuto firmare insieme e iniziare questa avventura”.

Cosa ti ha convinto a venire alla Roma?
“Tanti aspetti. La chiamata del mister, quella del Direttore, aver potuto parlare con i proprietari del Club, penso siano state cose molto importanti. Loro mi hanno dato tante certezze ed è stato importante. Il mister è stato molto chiaro con le sue idee e credo sia stata una delle cose principali. Ovviamente poi giocare per questa squadra e per quello che rappresenta nella città, nel Paese e nel mondo sicuramente è qualcosa di bello”.

C’è qualcun altro che vuoi ringraziare?
“La mia famiglia, i miei amici che mi sono sempre vicini e mi hanno spinto a venire qui e sono molto contenti. La gente che lavora con me che è sempre a mia disposizione e ovviamente la gente della Roma che ha fatto di tutto per portarmi qui”.

Che cosa ti aspetti da Mourinho?
“Lo conosciamo tutti per quello che rappresenta nel mondo del calcio, quello che ha fatto e quello che farà. Le sue chiamate mi hanno emozionato, ho parlato a lungo con lui. Abbiamo avuto una bella chiacchierata. Ho avuto la fortuna di giocare con i più grandi della storia e oggi posso lavorare con uno degli allenatori più forti della storia del calcio”.

Quali sono i tuoi obiettivi personali di questa stagione?
“Adesso sicuramente devo mettermi in forma per poter essere all’altezza della squadra a livello fisico e mentale e aiutarla dal mio ruolo e e portarla a continuare a vincere per la mentalità che hanno raggiunto anche l’anno scorso. Anche per la mentalità del mister e per ciò che ho fatto in passato. Ovviamente essendoci un Mondiale vicino mi preparerò al massimo per dare il meglio per questa squadra e arrivare nella condizione migliore e poi arrivare anche a fine anno con gli obiettivi più chiari per vincere qualche trofeo”.

Hai seguito la Roma negli ultimi anni? Che idea ti sei fatto?
“La Roma è molto internazionale. Anche prima di venire in Italia la conoscevo, anche per i giocatori che hanno indossato questa maglia. Negli ultimi anni si è vista una crescita molto importante, la società è seria, si vede da fuori e ora da dentro si vede ancora di più. Il trofeo vinto l’anno scorso è stato chiaro per il lavoro che stanno facendo. Sicuramente avranno tanti altri obiettivi e speriamo di raggiungerli insieme”.

Era scritto nel tuo destino che la tua esultanza l’avresti dovuta fare a Roma.
“Sono molto appassionato di questa città. Da bambino vedevo molti film sulla storia e sui gladiatori perché sono appassionato. Era destino che un giorno sarei dovuto stare qui”.

Perchè la numero 21?
“Avevo parlato col direttore. Lui mi aveva proposto di prendere la 10 che è molto importante qui per quello che ha fatto Totti. Credo che quel numero e quella maglia debba essere ancora sua per ciò che rappresenta e per i tifosi. Ho ringraziato molto ma per portare una maglia così devi avere tanto rispetto e responsabilità. Quella è ancora la sua maglia, un giorno magari potrò portarla però ora sono contento di avere il 21 che per me è molto importante. Con quello ho iniziato a vincere e spero di farlo anche qui”.

Sei pronto a conoscere la passione dei tifosi giallorossi?
“Uno quando viene a giocare contro la Roma all’Olimpico, per noi sudamericani è come giocare in Argentina o Brasile. Il tifo è simile, in Europa è più difficile trovarlo così, le sensazioni da avversario sono belle, quindi sicuramente giocare con quella tifoseria sarà qualcosa di unico”.

Ti sei reso conto del legame dei tifosi con la città dalla festa del 26 maggio?
“Ho visto delle immagini e ho parlato con i miei compagni di quella giornata. Loro sono rimasti molto impressionati per come li ha ringraziati e ha festaggiato la gente. Dimostra tutto il calore della città, i sentimenti per questa squadra e per questa maglia. Per noi calciatori avere i tifosi così vicino è di molto aiuto.

In queste ore si sono scatenati sui social. Un messaggio per loro?
“Li ringrazio per tutti i messaggi, difficile rispondere a tutti perché sono tantissimi. Spero di vederli presto e conoscerli presto a Roma, sentire il loro affetto e potergli dare tante gioie”.

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