Bentornato Spinazzola. Con lui è già un’altra Nazionale

C’è stato un tempo per la paura e c’è un tempo per il sollievo, scrive Andrea Elefante su La Gazzetta dello Sport. Un po’ quello che è successo all’Italia, e non è un mistero che i destini di Leonardo Spinazzola e della squadra di Roberto Mancini si siano intrecciati profondamente, negli ultimi 15 mesi.

Spina, l’altro ieri sera a Cesena, è stato il “clic” che ha riacceso gli interruttori giusti. Ci siamo ripetuti per mesi che con lui in campo era un’altra Italia: infatti, è stata un’altra Italia. Se il modo migliore per esorcizzare la paura è ammetterla, ci sono state notti insonni, ostacoli incontrati dalla sua infinita positività, la forza dell’ottimismo provata dai responsi del campo, al ritmo di stop and go. Fin troppo ottimismo, tanto da aver pensato di poterci essere addirittura per il playoff mondiale di marzo: enorme, illogica illusione per tutti, ma questo Spinazzola lo ha capito dopo, e gli è servito anche questo.

Il suo vero futuro è a settembre: “Prima, per tornare davvero al cento per cento, devo fare una bella preparazione: ora dopo 70’ le gambe iniziano a cedere…”.

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