Gli strani giorni di Zaniolo

Probabilmente ha ragione José Mourinho. Nicolò Zaniolo sta diventando un’ossessione. Inevitabile, però, considerando il valore e le aspettative che Nicolò si porta dietro. Così, nella Roma che è partita ieri per la Norvegia, non si è potuta non notare la sua assenza.

Come scrive Il Messaggero,S. Carina, il calciatore ha preferito non rischiare né a Genova tantomeno a Bodo, dove il campo in erba sintetica avrebbe potuto creargli ulteriori noie indesiderate. Lecito, sicuramente, ripensando a quello che ha vissuto negli ultimi due anni ma in contrasto con il pensiero di Mou.

Per capirlo, al di là della dialettica pubblica volta a dribblare la questione, basta leggere alcune dichiarazioni dell’ex Terry: “Una volta al Chelsea avevo un dito e un osso del piede rotti ma José voleva che giocassi. Allora ho fatto due iniezioni al giorno, con il medico che tornava a farmene una terza se l’allenamento si prolungava. Faceva male, ma lui aveva bisogno di me“. Ecco, magari un po’ romanzato, ma questo è il prototipo del calciatore che ama il portoghese che già sa che domani, di ritorno dal Polo Nord, Zaniolo darà la disponibilità per tornare ad allenarsi in gruppo in vista della Salernitana.

Le parole di Pinto (“Non posso garantire che giocherà nella Roma“) il 1° febbraio, sono state la goccia che ha aperto la crepa dei dubbi. Ad avallare questa sensazione è seguito lo stop sulla trattativa di un rinnovo che a Nicolò era già stato promesso due anni fa.

Zaniolo deve darsi una scossa ma sullo sfondo la vicenda contrattuale ogni giorno diventa sempre più ingombrante. Perché se la Roma lo valuta 60 milioni, difficilmente troverà acquirenti. Di conseguenza però Zaniolo si sentirà in diritto di chiedere un ingaggio adeguato al valore chiesto sul mercato. Tradotto: guadagnare quanto Pellegrini e Abraham. Se invece la Roma si “accontentasse” di 40, la squadra, anzi le squadre, ci sono. Una è la Juventus ma non è la sola.

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