Mourinho: “Pellegrini è recuperato, il derby è speciale e lo gioco per i tifosi”.

José Mourinho ha parlato in conferenza stampa per presentare il derby che andrà in scena domani alle ore 18:00. Queste le sue parole:

Perché rimane una partita unica? È riuscito a recuperare tutti? Compreso Pellegrini.
“Tutti recuperati, manca solo Spinazzola. Tutti gli altri sono pronti per giocare. Emozione? È un derby, non è mai una partita uguale a tutte le altre, ha qualcosina in più. Però tutta la vita, venti anni, ho giocato derby: il primo quello di Lisbona, l’ultimo, quello di domani, di Roma. Siamo già abituati”.

Questo derby sarà il primo con lo stadio praticamente pieno dopo due anni, può dare qualcosa in più?
“Qualcuno è stato giocato a porte chiuse, non sono stati i derby dei tifosi. Adesso torna una quasi normalità, dove praticamente si confonde che c’è una squadra in casa e l’altra fuori. È più bello: il calcio senza tifosi non è calcio, il derby senza tifosi non è derby. Sarà più bello”.

Zeman ha detto che la Lazio per lui è favorita e poi ha detto che la Roma di Mourinho ha deluso sul piano delle aspettative.
“Un allenatore con venticinque titoli non risponde a un allenatore con due Serie B. Se mi fai una domanda in relazione a Trapattoni o Capello va bene, ma a Zeman non posso rispondere”.

Dopo Vitesse ha parlato di una squadra che “sa resistere”. Quanto sarà importante questa caratteristica? E quanto l’approccio?
“È importante per tutte le gare, non solo ne derby. Lo dico in relazione nelle ultime cinque-sei partite, contro l’Atalanta, il Vitesse, l’Udinese, contro il Sassuolo, tutte partite di risultati di misura, dove se vinci devi avere la forza di mantenere il risultato, se perdi devi avere la forza di cercare fino alla fine un risultato positivo. Se vogliamo tornare indietro al derby di andata era 3-2 per loro e fino all’ultimo secondo, senza riuscirci, abbiamo lottato per un risultato migliore. Anche nella partita contro la Juve, negli ultimi minuti potevamo pareggiare. Se questa squadra ha una caratteristica che mi fa sempre pensare che è possibile un risultato migliore è che fino alla fine c’è speranza per un risultato positivo”.

Lei ha giocato 98 derby in questi anni, qual è quello più passionale che ha vissuto?
“Tutti. Perché quando gioco non lo faccio pensando a me stesso, ma a chi dà sangue, a quelli che lo vivono come tifosi. Ho giocato Benfica-Sporting col Benfica e poi Benfica-Porto come allenatore del Porto. Il derby è il derby e bisogna sempre mettersi nella posizione non da allenatore o giocatore, ma nella prospettiva degli altri, cioè i più importanti in un club: i tifosi. Io non posso scegliere qual è il derby più importante. Al momento è questo, io gioco per i tifosi della Roma”.

Pedro ha segnato 9 reti: tornasse indietro lo terrebbe a Roma? Può raccontarci la sua versione della fine dell’avventura di Pedro alla Roma?
“Io no, deve essere Pinto a farlo. Ha segnato 9 gol? Bene per lui e per la Lazio”.

C’è qualcosa di Roma o della Roma che l’ha colpita e non si aspettava? La prima cosa che l’ha colpita.
“L’affetto, anche prima di arrivare. Di solito quando una persona arriva a un club, l’affetto si guadagna, bisogna lavorare tanto per averlo. In questo mio caso, con la Roma, l’affetto è stato anche prima di sudare per la prima volta di lavorare lì. In questo caso mi sembra che è gente con un cuore molto speciale, dà affetto senza ricevere niente in cambio”.

La sua Roma ultimamente fa più possesso palla in trasferta che in casa e anche in casa gioca con più densità: quale Roma le piace di più? Domani vorrà il pallone o no?
“Quella che mi piace di più è la Roma che vince. E domani voglio una Roma che vince”.

Può dirci qualcosa in più su Pellegrini?
“Perfetto. Quando vai a casa dopo una partita, stanco, con la febbre, non ti voglio dire che sta al 200%, oggi si è allenato senza problemi, nella sua testa è disponibile, nessun bluff. Domani gioca”.

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