L’ora di Smalling: l’inglese è tornato un punto fermo della Roma

L’ora di SmallingCon Kumbulla squalificato, l’inglese oggi contro l’Udinese tornerà al centro della difesa
Bisserà pure in Conference. È un punto fermo: 15 presenze nelle ultime 16 gare di campionato
Il ritorno 

Prima cosa toccare ferro, mettersi in tasca un amuleto, stringere in mano un corno e tutte le altre amenità di questo tipo che vi vengono in mente. Perché quando si parla di Chris Smalling, l’imprescindibile augurio è la salute, un po’ come diceva Massimo Troisi. Ancora di più in un momento della stagione come questo, dove l’inglese, che quando sta bene dà comunque una dimensione più solida a tutta la fase difensiva della Roma, dovrà tornare a essere il leader difensivo. Oggi a Udine con Kumbulla squalificato. Giovedì prossimo nel ritorno degli ottavi di finale di Conference League contro il Vitesse con Mancini pure lui squalificato. Poi domenica prossima nel derby, una partita in cui sarà difficile per Mourinho rinunciare all’esperienza del centrale inglese. E le tre partite in una settimana costituiranno il banco di prova speriamo definitivo sul completo recupero del giocatore. Che, purtroppo, in particolare nella stagione passata, troppo spesso si è dovuto intrattenere suo e nostro malgrado in infermeria, conseguenza di una serie di stop che qualche dubbio sulla sua integrità fisica lo avevano fatto nascere soprattutto in prospettiva.

In rapida, quando sgradita, successione: ripetute infiammazioni al ginocchio, problema muscolare al bicipite femorale, distorsione a una caviglia, intossicazione alimentare (pure questa, roba da non crederci ricordando come Chris sia vegetariano convinto). Tutto questo nel corso della passata stagione, quando rispose presente soltanto sedici volte in campionato e la sua assenza ebbe un certo peso nel rendimento difensivo della squadra di Fonseca. Perché poi mai giocò ai livelli della sua prima stagione da romanista quando convinse tutti, a cominciare dalla società che poi nell’estate dette vita a un infinito braccio di ferro con il Manchester United per acquistarne il cartellino. Braccio di ferro che finì, in cambio di quindici milioni più un bonus da cinque in caso di vittoria della Champions League (quanto ci piacerebbe che la Roma fosse costretta a pagarli), proprio sul gong finale del mercato estivo. Sembrava il colpo finale da applausi, si rivelò invece l’inizio di un calvario fisico che sembrava senza fine, confermato, quel calvario, anche dalla faccia del giocatore, la faccia di un ragazzo che aveva smarrito il sorriso e che sembrava entrato in una spirale ipocondriaca che dava l’impressione di non avere una via d’uscita.
Per fortuna non è stato così. Anche se l’inizio di questa prima stagione mourinhana, non era stato un inno all’ottimismo. Di nuovo un iniziale stop per un affaticamento muscolare, poi un infortunio all’adduttore (e pure un piccolo stop misterioso che visti i tempi che stiamo correndo da un paio di anni, poi così misterioso non è). In realtà poca roba rispetto al calvario della stagione precedente. Perché l’inglese che lo staff non ha mai fatto mistero di voler gestire anche da un punto di vista fisico, è tornato a giocare con una continuità che in pochi pensavano potesse tornare a essere realtà.

Ora, ritoccando ferro e tutto quello che volete voi, ci sono i numeri che ne confermano il ritorno a una condizione di salute normale. Basti dire, per esempio, che nelle ultime sedici partite di campionato, Smalling è andato in campo quattordici volte da titolare (per tutti i novanta minuti), una volta ha giocato i tre minuti finali della gara contro lo Spezia, una sola altra volta non c’è stato per i motivi misteriosi a cui facevamo riferimento prima. Una sequenza così prolungata di presenze, il difensore inglese non la metteva insieme dalla sua prima stagione in giallorosso. E’ una sequenza, sempre toccando ferro sia chiaro, che è destinata ad allungarsi e conta poco che giovedì scorso Mourinho (probabilmente proprio pensando ai successivi impegni) lo ha tenuto in panchina in Olanda mandandolo in campo soltanto nei minuti finali. Adesso Chris tornerà titolare, al centro della linea difensiva a tre: oggi al Friuli di Udine con Mancini a destra e Ibanez a sinistra (in quello che all’inizio della stagione poteva essere il terzetto titolare), giovedì prossimo all’Olimpico contro il Vitesse con Kumbulla a destra e Ibanez a sinistra ( o viceversa). In ogni caso sarà lui a comandare i meccanismi della fase difensiva di una Roma che, e tocchiamo ferro pure qui, da qualche settimana sembra aver acquisito un’incoraggiante solidità. Con o senza Smalling, comunque meglio con Chris.
Tocca a lui, dunque. Con il giocatore che in questi ultimi due mesi di stagione, sa di giocarsi anche il suo futuro in giallorosso. Andrà in scadenza il trenta giugno del duemilaventitrè, ma le parti si sono già incontrate per capire se continuare insieme. Il discorso è stato rimandato a fine stagione. E Smalling ci vuole arrivare da titolare della Roma. La corsa comincerà oggi a Udine. E ritocchiamo ferro.

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