La Roma non è Special

Se il campionato finisse oggi, la Roma sarebbe fuori dall’Europa. Sorpassata da Juventus e Fiorentina, raggiunta dalla Lazio che l’ha battuta nello scontro diretto, la squadra di Mourinho perde tre posizioni in un turno e si ritrova ottava. È ufficialmente aperta la crisi. Di risultati e prestazioni, come se la partenza a razzo (sei vittorie nelle prime sei gare ufficiali) fosse solo un fuoco di paglia. I nodi stanno venendo al pettine: la rosa è incompleta e impoverita di campioni, Mourinho non è certo un “costruttore” di squadre e punta tutto sulla motivazione ma fatica quando c’è da inventarsi strategie, in un campionato dove la tattica è spesso decisiva. E il peso delle aspettative generate dalla Roma stessa, ingaggiando a sorpresa un allenatore con quel curriculum ma forse inadatto al momento storico che si vive a Trigoria, finisce puntualmente per affossare i giallorosso, col tecnico che continua a scaricare responsabilità e pare già rassegnato al peggio.

Da Verona in poi, la squadra è stata molto poco “Special”, ha raccolto appena 16 punti in 13 partite di campionato, di cui ben sette perse, e si è fatta superare (e umiliare) dal Bodo Glimt nel gironcino della coppa europea minore. Sabato scorso con l’Inter una partita troppo brutta per essere vera, senza precedenti nel recente passato. Perché sentire i tifosi avversari scandire con gli “olè” i passaggi nerazzurri quando si giocava ancora il primo tempo è il manifesto di un’inferiorità davvero deprimente.

E non bastano i tanti assenti a giustificarlo. I numeri raccontano di una squadra col nono attacco della serie A (24 gol) nonostante sia la prima per tiri tentati (273, di cui solo 77 in porta), che ha raccolto la miseria di un punto in cinque scontri diretti con le “grandi” e ha battuto soltanto la Fiorentina fra le avversarie che ha davanti in classifica. Il dato forse più inquietante è il paragone con lo scorso anno: Mourinho ha raccolto 8 punti in meno rispetto a quanto fatto da Fonseca, 9 considerando la sconfitta a tavolino con l’Hellas. E adesso? Giovedì si chiude il girone di Conference League a Sofia, dove anche una vittoria col Cska potrebbe non bastare per finire al primo posto il girone ed evitare i playoff di febbraio con una delle retrocesse dall’Europa League. Lo scrive Il Tempo.

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