Roma, che bastonata

Ci risiamo! Per l’ennesima volta la Roma perde contro una delle big del campionato uno di quelli che una volta avremmo definito «scontro diretto», ma che adesso inizia ad avere sempre meno senso. Dopo il pareggio strappato al Napoli contro il Milan arriva un ko doloroso che scopre di nuovo tutti i limiti di questo gruppo: molti dei quali purtroppo sono strutturali. Eppure nonostante tutto ciò, la Roma continua ad essere quarta forse a dimostrazione della pochezza del nostro campionato. Si, arriva un altro brutto arbitraggio, i giallorossi recriminano per un rigore a tempo scaduto (netto perché Kjaer tocca Pellegrini chiaramente) che avrebbe potuto cambiare tutto.

Ma niente alibi, per nessuno, scrive T. Carmellini sul Tempo. Perché la Roma l’aveva persa prima e nemmeno il fatto di averla giocata per oltre mezz’ora in superiorità numerica era servito a molto, così come il gol al 93’ di El Sha. Importante è capire che tipo di campionato si vuole fare, quali ambizioni si hanno e dove si vuole arrivare in fondo al campionato. Una volta stabilito quello tutto il resto è logica conseguenza per una squadra che non può competere con le prime della classe: o almeno non per tutta la durata di una partita con questo organico e soprattutto con questi ricambi. Ieri sera è bastato un Ibra al cinquanta per cento, che gioca praticamente da fermo al suo rientro da titolare, per mandare in crisi la Roma.

Ma la squadra giallorossa ha una lunga tradizione sulla riesumazione dei «cadaveri». Gol su una punizione che dovrebbe far capire molto della qualità degli interpreti giallorossi: possibile che un portiere della serie A non sappia che deve copre il «suo» palo una volta piazzata la barriera? Poi allo svedese, viene concessa anche la possibilità di segnare un gol (irregolare) e procurarsi il rigore che chiuderà di fatto la partita (segna Kessie) in avvio di ripresa. Il Milan la vince a centrocampo dove trita la Roma almeno fin quando resta in undici, arriva sempre prima sul pallone mandando la coppia Cristante-Veretout in affanno perché lasciati troppo soli dal resto della squadra.

Zaniolo sulla fascia sembra tanta qualità sprecata (molto meglio nel finale quando saltano gli schemi e lui spesso si accentra) e Miki è l’ombra di se stesso: non a caso Mou lo cambia in avvia di ripresa mettendo di nuovo il giovane Felix che anche stavolta non sfigura. Vina? No comment. E poi c’è il quesito Abraham: sarà arrivato il momento per questo giovane talento di far vedere quanto vale? No, perché fin qui, tranne qualche guizzo, è stato davvero poca roba. E Mou anche a lui inizia a non far più sconti sostituendolo nella ripresa, perché il tempo dei balletti sulle punte è finito. Giovedì Conference League, torna il Bodo: forse stavolta sarebbe il caso di cambiare dimensione a questa stagione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *